Banca Ifis celebra i 40 anni dalla propria fondazione donando al territorio in cui è radicata, Mestre (Ve), un nuovo spazio pensato per la fruizione dell’arte e della scultura contemporanea. Nasce il “Parco internazionale di scultura di banca Ifis”, esposizione permanente di sculture monumentali nata per volontà del presidente Ernesto Fürstenberg Fassio, e ospitata nella cinquecentesca Villa Fürstenberg, sede della banca. Sarà aperto al pubblico a partire dalla primavera 2024.
“Abbiamo deciso di celebrare i nostri 40 anni – ha annunciato Ernesto Fürstenberg Fassio, presidente dell’istituto di credito – con un’iniziativa, inedita e dal forte valore culturale, a favore di questo territorio al quale siamo profondamente legati. Il parco sarà un luogo in continua evoluzione e aperto al pubblico: un esempio del nostro modo di fare banca improntato all’economia sociale, capace di coniugare la generazione di profitto con la creazione di valore per le nostre comunità”.
“Una sintesi da sempre nel nostro DNA – ha proseguito – che continuerò a portare avanti nel solco di una tradizione famigliare fatta di valori solidi e visione di lungo periodo, con uno sguardo puntato sul futuro. In questo momento speciale, rinnoviamo il nostro impegno ad essere banca a servizio delle piccole e medie imprese e a sostegno dell’economia del nostro Paese”
Curato da Giulia Abate e Cesare Biasini Selvaggi, e inaugurato alla presenza dei vertici della banca e dei rappresentanti delle istituzioni, tra i quali Vittorio Sgarbi, sottosegretario alla Cultura e Luca Zaia, governatore del Veneto.
Le caratteristiche del parco
Il Parco internazionale di scultura è ospitato all’interno degli oltre 22 ettari di giardino di particolare pregio naturalistico e di biodiversità che circondano villa Fürstenberg, con la sua architettura che richiama lo stile palladiano. Nello spazio espositivo sono presenti, a oggi, dodici opere plastiche di dieci maestri della scultura contemporanea, italiani e internazionali: Fernando Botero, Annie Morris, Park Eun Sun, Igor Mitoraj, Manolo Valdés, Pablo Atchugarry, Pietro Consagra, Roberto Barni, Julio Larraz, Philip Colbert.
Il percorso espositivo parte dall’ingresso della villa, dove è stata posizionata la grande scultura di Igor Mitoraj dal titolo “Teseo screpolato” (2011) e prosegue nelle aree verdi del parco monumentale, portando il visitatore a una profonda immersione nel costante dialogo tra arte e natura, che è alla base dello stesso progetto espositivo. Gli spazi del parco vogliono anche essere un laboratorio a cielo aperto per il Padiglione Italia della Biennale che vedrà ogni anno l’inserimento di nuove sculture, anche monumentali, al fine di continuare a stimolare il rapporto tra arte e giardino che ne caratterizza la sua essenza. Lo spazio espositivo è accompagnato anche dal volume “La Natura della Scultura contemporanea – Il Parco Internazionale di Scultura di Banca Ifis: storie, idee, visioni” con la storia della Villa e delle opere, edito da Skira e curato da Cesare Biasini Selvaggi e Giulia Abate. Il volume ripercorre attraverso saggi e un ricco apparato iconografico il ruolo e l’importanza della scultura nelle pratiche artistiche contemporanee, il suo rapporto con la natura e il territorio, con l’ambiente costruito e la sfera pubblica.
Le opere finora esposte
- TESEO SCREPOLATO
Per questo colossale volto realizzato in bronzo nel 2011, Igor Mitoraj attinge al mondo classico e ai protagonisti dei miti greci per creare un repertorio di figure con le quali costruire la propria personale mitologia, da restituire allo spettatore come unione di frammenti ricomposti dallo scultore. L’opera si impone così come monito dello scorrere del tempo, delle fragilità umane, ma anche come simbolo della resistenza della bellezza classica e dei valori che essa rappresenta.
- IKARIA E IKARO ALATO
Realizzate in bronzo da Igor Mitoraj rispettivamente nel 1996 e nel 2000, rappresentano la metafora dell’umanità che vuole sfidare i limiti stessi della natura, ma anche di chi viene punito per questa sua arroganza. L’artista contrappone i canoni classici del mito reinterpretato (Ikaro), in cui la “finestra” squadrata sull’ala superstite sembra quasi voglia sottolineare l’esistenza del legame tra passato e presente, e una figura nuova (Ikaria), con testa e braccia mozzate, piccole sculture che si affacciano da “nicchie” di un possibile teatro della memoria, le ali intatte come pronte al volo, mentre una mano maschile la trattiene cingendole la caviglia destra. - CONTINUO
Nell’opera del 1999, Roberto Barni rappresenta due figure che si fronteggiano: uomini anonimi eternati nel bronzo in situazioni di equilibrio precario, ma protagonisti di un movimento senza meta. Una non-azione costante, complici in un gioco di equilibri. Costretti ai margini della scala nel loro abbigliamento cittadino, assomigliano a tutti e nessuno e per questo, oltre al fatto che le opere sono concretamente appoggiate sul suolo, senza un piedistallo, creano un rapporto diretto con il pubblico che le attraversa come su un palcoscenico. - CLIO DORADA
Nel 2017, l’artista Manolo Valdés crea quest’opera di ottone e acciaio inossidabile, con lo scopo di insegnare ad interpretare il mondo e a comporne ipotesi alternative. Valdés vuole dimostrare come la bellezza sia libera, qualcosa che va oltre i soli canoni estetici e rappresenti un’esperienza totalizzante, così forte da influenzare scelte e aspettative di vita. - LE ALI DEI SOGNI
Creata nel 2020 da Pablo Atchugarry, l’opera si basa sul concetto di leggerezza, offerta secondo l’artista dalle figure fermate nella pietra e che si traduce nella tessitura di panneggi di volumi, di transizioni tra vuoto e pieno, di controluce, di contrasti fra trasparenze e opacità. Quando scolpisce le sue forme, Atchugarry utilizza una molteplicità di strategie stilistiche, mettendo in gioco temi quali le relazioni di potere, la memoria e la conoscenza. - MATACUBO
Per l’artista Pietro Consagra la scultura è uno strumento di mediazione relazionale destinato al vissuto quotidiano. Nascono così gli oggetti-sculture come Matacubo, in ferro dipinto del 1985, laddove in Sicilia “matacubo” indica ciò che è compatto e ingombrante; per l’artista rappresenta invece un’opera formosa e seducente che diventa una seduta da toccare e vivere. L’opera presente nel Parco è un pezzo unico, la seconda di sei esemplari. - CONTINUAZIONE-DUPLICAZIONE
Eun Sun Park plasma nella pietra l’armonia della natura e i ritmi della psiche umana. Le sue tipiche strutture nodulari e corpuscolari, atomico-cellulari, come Continuazione-Duplicazione del 2021 in granito rosso e giallo, rivelano la propria aspirazione ad innalzarsi verso la “luce”. Nella concezione dell’artista, infatti, parchi e sculture condividono la stessa natura: riflettono le impronte e le mode dei tempi in cui vengono creati, ma anche le idee e il pensiero del proprio autore. - BRONZE STACK 9, VIRIDIAN GREY
L’opera di Annie Morris, realizzata nel 2022 in acciaio e bronzo patinato, rappresenta un viaggio tra suggestioni allegoriche, passato e presente attraverso differenti linguaggi artistici. Raffigurante sfere colorate impilate, allude alla struttura ordinata della natura che coincide con l’intero universo e intreccia molteplici livelli di racconto, anche personali, (l’attenzione della scultrice inglese per le forme sferiche risale infatti alla propria gravidanza). - THE KING
L’opera di Philip Colbert si presenta come un cartone animato contemporaneo protagonista del Surrealismo. Realizzata nel 2022 in alluminio, bronzo e acciaio, rappresenta un dialogo con la storia dell’arte da un lato e con la cultura digitale contemporanea dall’altro. Tale dualismo caratterizza l’intera ricerca dell’artista che proprio per l’irriverenza e l’ironia con cui mescola fonti diverse, dall’antichità classica ai simboli quotidiani della cultura di massa, è stato soprannominato il “figlioccio di Andy Warhol”. - HORSE
L’opera, realizzata in bronzo nel 1992 da Fernando Botero, recentemente scomparso, incarna la forza e la maestà tipici del cavallo. Con i suoi arti gonfi e le dimensioni monumentali, l’animale richiama l’universo estetico barocco e satirico ed è scolpito con un’affettuosa riverenza per il suo status di compagno e amico senza tempo dell’uomo. - SPACE STATION
L’opera del 2000 di Julio Larraz, che si compone fisicamente come un’imponente caffettiera in equilibrio precario su una pila di stoviglie traballanti, incarna la grande tradizione della natura morta spagnola. Con umorismo e originalità, suggerisce infatti, nella visione dell’autore, l’ironia delle realtà politiche latinoamericane: un equilibrio ineguale di potere e le sue ramificazioni, e le strategie calcolate dell’uomo per raggiungere luoghi ben oltre la portata della propria realtà.
L’arte in banca Ifis: inclusione e creatività per lo sviluppo sostenibile
L’impegno in favore dell’arte non è una novità per banca Ifis. L’inaugurazione del parco fa parte di Kaleidos, il Social Impact Lab della banca, che promuove attività a elevato impatto sociale a favore di persone e comunità, anche nella cultura. Tra queste, il progetto “Economia della Bellezza”, ideato dall’ufficio studi di Ifis con l’obiettivo di dar voce a quel comparto trasversale del tessuto imprenditoriale nazionale che rappresenta l’eccellenza del Made in Italy. Sempre nell’ambito di Kaleidos rientra “Your Future You”, il progetto didattico di economia sociale della 21 Gallery che offre ai ragazzi dei licei italiani l’opportunità di acquisire consapevolezza delle proprie potenzialità attraverso l’arte. La banca, inoltre, sostiene attivamente la Biennale di Venezia in qualità di main sponsor del Padiglione Italia.
Fonte: ufficio stampa Banca Ifis