Banca Popolare del Frusinate chiama Salvatori alla presidenza

La nomina del manager di lungo corso è il segnale più evidente del nuovo corso della banca che si appresta a definire il nuovo piano triennale con il supporto di Kpmg

0
54
Carlo Salvatori

La Banca Popolare del Frusinate cerca di ricostruire la sua immagine ingaggiando alla presidenza Carlo Salvatori. Il banchiere di lungo corso insieme a un incarico di consulenza con Kpmg per definire un nuovo piano triennale sono i primi passi per la riorganizzazione dell’istituto, dopo lo scossone di inizio anno dovuto all’avvio dell’inchiesta delle Procura di Frosinone che ha coinvolto l’ex amministratore delegato e due funzionari dell’istituto per truffe legate a inquinamento del mercato immobiliare, riciclaggio, e falsa fatturazione (e in parte residuale al superbonus).

L’indagine è ancora in corso – spiega MF – ma a metà giugno si è chiusa l’ispezione di Banca d’Italia. Se dal punto di vista dei numeri la banca ha continuato a mostrare solidità, con il semestre chiuso in utile per 9,1 milioni (anche se in calo rispetto ai 12 milioni di giugno 2023), e il coefficiente patrimoniale Cet1 al 18,9%, Via Nazionale ha però chiesto all’istituto di rafforzare presidi e controlli interni, oltre che di rivedere il modello di business e rinnovare la governance.

Il segno più evidente del nuovo corso, dopo che a febbraio Domenico Astolfi era già stato nominato direttore generale in sostituzione dell’ad Rinaldo Scaccia, è indubbiamente la nomina a presidente di Salvatori. Il manager nato a Sora, in provincia di Frosinone, che tra le altre cose è stato presidente di Lazard Italia, di Unicredit e di Allianz Assicurazioni era già tra i probiviri dell’istituto. La sua chiamata alla presidenza è arrivata dopo l’uscita di Domenico Polselli del 2 agosto scorso. Ed ora la banca, con il supporto dei consulenti di Kpmg, si appresta a mettere a punto il nuovo piano triennale. L’intenzione è di aumentare il peso del retail rispetto al segmento corporate, finora il business di riferimento dell’istituto ma anche di diversificare ulteriormente l’attività verso il risparmio gestito.