Banca progetto: dopo l’ingresso in amministrazione giudiziaria vara task force

Il provvedimento straordinario deciso dal tribunale di Milano per superare le carenze nelle strutture interne di controllo manifestate nell’erogazione di alcuni crediti - per circa €10 milioni - a società riconducibili all’ndrangheta. Della task force che affiancherà l’amministratore giudiziario Donato Maria Pezzuto e le strutture ordinarie della banca fanno parte il giurista Francesco Carbonetti e gli avvocati Grazia Volo e Giacomo Fenoglio.

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Foto di Pete Linforth da Pixabay

Dopo l’ingresso in amministrazione giudiziaria, Banca Progetto ha fatto i primi passi nella direzione indicata dalla Procura di Milano. Ha varato – ha riferito il Sole 24 Ore – una task force interna per gestire e migliorare i processi interni, dopo che il Tribunale di Milano ha deciso di intervenire in seguito alle indagini che hanno messo in evidenza la mancanza di controlli nell’erogazione di alcuni prestiti – per un totale di circa 10 milioni di euro – a società riconducibili all’ndrangheta.

Ieri si è riunito il Cda della banca in via straordinaria (alla presenza del Collegio Sindacale e dell’Organismo di Vigilanza) per «discutere del Decreto notificato lo scorso 24 ottobre». Nella riunione, cui è stato invitato a partecipare Donato Maria Pezzuto, nominato dal Tribunale Amministratore Giudiziario, il board «ha esaminato i contenuti del Decreto e le ragioni che hanno dato luogo allapplicazione della misura», come si legge in una nota della società.

La banca ha informato di avere «assicurato la massima collaborazione al Dottor Pezzuto, che affiancherà le strutture e gli organi della Banca con lobbiettivo di verificare ladeguatezza dei presidi organizzativi e dei controlli interni e di proporre soluzioni correttive in relazione a eventuali ambiti di criticità rilevati».

Il ceo Paolo Fiorentino ha inoltre «informato il Consiglio delle misure che la Banca ha attivato al fine di contribuire al processo di verifica in atto» e, in particolare, «la costituzione di una task force, formata da risorse interne e da consulenti esterni». A questo team spetterà il compito di «analizzare e gestire» gli aspetti «regolamentari e di vigilanza» (sui quali è stato coinvolto il giurista Francesco Carbonetti; la «verifica degli strumenti, delle procedure interne e delle singole posizioni» citate dal decreto. Per questa attività, che si aggiunge all’analisi già in corso dell’Internal Audit, la Banca si avvarrà di Pwc, che opererà a stretto contatto con il dottor Pezzuto. Infine per gli aspetti giuridici e processuali legati alla misura adottata, sono stati incaricati gli avvocati Grazia Volo e Giacomo Fenoglio.

Secondo quanto riferito nei giorni scorsi da Il Corriere della Sera, Banca Progetto ha finanziato con 10 milioni di euro nel 2019-2023 nove imprese di due imprenditori nell’orbita della ‘ndrangheta lombarda. Il quotidiano ha spiegato che i crediti erano assistiti da garanzia MCC (Mediocredito Centrale) nell’ambito della normativa varata dal governo nel corso del Covid per venire incontro alle esigenze di finanziamento delle imprese. Non è stato precisato tuttavia l’esito di quei crediti e se eventualmente, in mancanza dei puntuali rimborsi, la garanzia sia stata escussa.

In una conferenza stampa convocata all’indomani della decisione dei magistrati milanesi il ceo dell’Istituto Paolo Fiorentino aveva comunque voluto sottolineare che le “carenze istruttorie” risultano essere circoscritte a «10 finanziamenti su circa 40.000 in essere».