
Nonostante la correzione borsistica dell’ultimo mese (-10,2% dell’indice Eurostoxx 600 banche al 14 aprile), «non vediamo alcun segno di stress di liquidità sui mercati. Abbiamo assistito a un aumento delle margin call che vengono soddisfatte». Lo ha affermato Claudia Buch, presidente del Consiglio di vigilanza della Banca centrale europea (BCE), in un’intervista con Bloomberg, ripresa da Teleborsa, in cui si è soffermata sulle ripercussioni della guerra dei dazi nei mercati bancari.
«Per quanto ne so – ha detto – non vediamo davvero vulnerabilità significative che potrebbero avere un impatto negativo sulle banche. Resta però da vedere come si evolverà la situazione». «I mercati – ha osservato ancora la Buch – devono scoprire qual è la corretta valutazione degli asset in tutto il mondo. Se si osserva l’andamento dei prezzi delle azioni bancarie, non si nota una grande differenza tra le giurisdizioni. Dobbiamo anche dire che, ovviamente, le azioni bancarie sono aumentate notevolmente negli ultimi mesi. Quindi c’è una certa correzione».
A una domanda sul rischio di credito derivante dai dazi, la Buch ha risposto: «Fino a un mese fa c’era molta incertezza su cosa sarebbe successo. Ora abbiamo maggiori informazioni, ma regna ancora molta incertezza. Collaboriamo da tempo con le banche affinché dispongano di informazioni sufficientemente granulari sui loro portafogli creditizi per valutare questo tipo di rischio. Se si pensa ai crediti deteriorati, non vediamo ancora l’impatto dei dazi più elevati. Ci vuole tempo perché tale impatto si percepisca nell’economia reale».
Quanto a un possibile stop ai dividendi delle banche, sull’esempio di quanto deciso al tempo del Covid, la responsabile della vigilanza BCE ha spiegato che, in quel caso, la situazione era diversa «perché si è trattato di uno shock del tutto inaspettato. All’epoca c’era anche molta incertezza su come si sarebbero evolute le misure fiscali messe in atto. La raccomandazione non era di non consentire alle banche di distribuire dividendi, ma di rinviarli fino a quando tale incertezza non fosse stata risolta. Ora che siamo nella prassi normale, valutiamo i piani di distribuzione delle banche su un orizzonte temporale di medio termine. Alla fine spetta alle banche e ai loro azionisti decidere quanto dei loro utili destinare alle distribuzioni, quanto trattenere gli utili e quanto investire nel loro modello di business a lungo termine».