BCE: Npl in moderata crescita in Europa

La BCE segnala che nel primo semestre le banche hanno continuato a migliorare la propria capitalizzazione e mantenuto coefficienti patrimoniali ben al di sopra dei requisiti del coefficiente patrimoniale di capitale primario di classe 1 (CET1). Nel periodo in osservazione, i crediti deteriorati (non-performing loans, NPL) hanno proseguito il graduale aumento dai livelli contenuti registrati a inizio anno.

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Credito diviene più selettivo da parte delle banche, soprattutto nel settore immobiliare

Nel primo semestre dell’anno l’ammontare di crediti deteriorati (NPL) in carico alle banche europee è leggermente cresciuto. Lo segnala il bollettino della Bce secondo il quale, nel complesso, “i bilanci bancari si sono mostrati complessivamente solidi”. Nel primo semestre del 2024 le banche hanno continuato a migliorare la propria capitalizzazione e mantenuto coefficienti patrimoniali ben al di sopra dei requisiti del coefficiente patrimoniale di capitale primario di classe 1 (CET1), garantendo una buona capitalizzazione del sistema bancario, in grado di soddisfare il fabbisogno creditizio dell’economia reale. “I crediti deteriorati (non-performing loans, NPL) – sottolinea il report –  hanno proseguito il graduale aumento dai livelli contenuti registrati nel primo trimestre dell’anno in corso. Il numero di insolvenze societarie e la quota di crediti che hanno subito un significativo deterioramento (cioè stage 2) è lievemente cresciuto, soprattutto per le piccole imprese, lasciando presagire per il futuro ulteriori aumenti degli NPL, un deterioramento della qualità degli attivi e un aumento dei costi di provvista per le banche”.

Tutto questo avviene in un contesto nel quale, nel secondo trimestre dell’anno, si è manifestata un’ulteriore flessione della domanda di prestiti da parte delle imprese, nonché un aumento di quella da parte delle famiglie. “Nel primo caso – è la spiegazione della BCE –  si tratta di una diminuzione notevolmente inferiore rispetto al trimestre precedente, dovuta principalmente agli elevati tassi di interesse e alla debolezza degli investimenti fissi, a fronte di un modesto contributo positivo fornito anche da scorte e capitale circolante”.

La domanda sia di prestiti per l’acquisto di abitazioni sia di credito al consumo ha registrato il primo incremento dalla metà del 2022, soprattutto grazie al miglioramento delle prospettive del mercato degli immobili residenziali, del clima di fiducia dei consumatori e della spesa per beni durevoli. L’aumento della domanda netta di prestiti per l’acquisto di abitazioni è stato meno marcato di quanto atteso dalle banche nel trimestre precedente, mentre è stato più pronunciato per il credito al consumo. Per il terzo trimestre del 2024 le banche prevedono una crescita moderata della domanda di prestiti alle imprese: se così fosse, si tratterebbe della prima inversione di tendenza dal terzo trimestre del 2022. Si aspettano altresì una maggiore domanda di prestiti alle famiglie, considerevolmente più elevata per l’acquisto di abitazioni rispetto al credito al consumo.

Le banche interpellate nell’indagine della Bce hanno dichiarato che l’accesso al finanziamento è migliorato nella maggior parte dei segmenti di mercato, sebbene ne prevedano un peggioramento generalizzato nel corso del terzo trimestre del 2024.

Nella prima metà del 2024 i rischi di credito percepiti nei portafogli creditizi delle banche hanno determinato un inasprimento moderato sulle condizioni dei prestiti bancari, mentre i criteri di concessione del credito alle imprese hanno evidenziato eterogeneità tra i vari settori economici, con un forte irrigidimento nel comparto degli immobili commerciali. Le banche hanno segnalato che l’incidenza dei crediti deteriorati e altri indicatori della qualità del credito hanno comportato un inasprimento netto dei criteri per la concessione di prestiti alle imprese e per il credito al consumo nella prima metà del 2024, con un impatto sostanzialmente neutro sui prestiti per l’acquisto di abitazioni. Come già avvenuto in passato, la maggiore percezione dei rischi è stata determinata dall’incidenza degli NPL e dall’irrigidimento delle condizioni creditizie.  Nel primo semestre del 2024 gli standard creditizi per le imprese sono diventati ancora più rigidi in tutti i settori dell’economia, con un inasprimento netto molto lieve nei servizi e nella manifattura, ma relativamente forte nel comparto degli immobili commerciali. Le banche hanno inoltre segnalato una diminuzione netta della domanda di prestiti e di linee di credito nella maggior parte dei settori economici, a esclusione dei servizi. Nel secondo semestre del 2024 le banche dell’area dell’euro si attendono un inasprimento netto delle condizioni di concessione del credito, oltre a una moderata crescita netta delle domande di prestiti nella maggior parte dei settori dell’economia, ad eccezione delle costruzioni e degli immobili commerciali.

I rischi climatici e le connesse politiche hanno continuato a contribuire a un irrigidimento delle condizioni creditizie per le imprese inquinanti. Le banche dell’area dell’euro hanno indicato che i rischi connessi al clima che minacciano le imprese e i provvedimenti per far fronte ai cambiamenti climatici negli scorsi 12 mesi hanno continuato a esercitare un impatto di irrigidimento netto, seppure inferiore a quanto atteso, sui criteri di concessione dei prestiti alle imprese inquinanti. Per i prossimi 12 mesi le banche dell’area dell’euro si attendono un impatto restrittivo netto lievemente più marcato sui criteri per la concessione del credito alle imprese inquinanti, mentre per le imprese verdi e in via di transizione è atteso un impatto di allentamento netto lievemente maggiore.