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verso clienti privati che, per flussi reddituali correnti, appaiano in grado di sostenere il servizio del debito. Sono consapevole delle difficoltà tecniche di quanto prospettato, ma esse sono superabili. Provo ad abbozzare di seguito qualche considerazione operativa. La questione preliminare da affrontare certa- mente consiste nell’oggettiva incompetenza di direttori di filiali e di responsabili delle funzioni preposte a valutare beni artistici. Al riguardo è agevole ipotizzare che l’istituto di credito si convenzioni con una primaria casa d’aste per la fornitura, da parte di quest’ul- tima, di una serie di servizi di supporto. La casa d’aste dispone di un organico di qualifi- cati esperti per ogni genere di opere, adusi al mercato, ma con dimestichezza anche delle problematiche amministrative e giuridiche che possono connotarle (notifiche, certificati di temporanea importazione, ecc.). Il primo dei servizi di supporto è necessa- riamente rappresentato dal convenire la delimitazione di campo dei beni accettabili in garanzia. A titolo di esempio, potrebbero essere esclusi (salvo particolari situazioni da valutare in via eccezionale) i reperti archeo- logici, sempre di qualche problematicità, tra i dipinti ammesse le tele e non le tavole, di ben più difficile conservazione, nell’ambito del “volatile” contemporaneo, se considerato, potrebbero porsi varie limitazioni, tipologi- che, di datazione e così via. Circa i mobili, se accettati, le discriminazioni ipotizzabili sono le più varie. Per tutte le opere, i presupposti imprescindi- bili di valutabilità dovrebbero essere l’ottima condizione di conservazione materiale e la provenienza documentabile, nei limiti del ragionevole. Per ovviare alla proliferazione di costose istruttorie inutili, l’avvio della pratica di fi- nanziamento dovrebbe consistere nella pun- tuale compilazione da parte del cliente di un analitico questionario fornito dalla banca (e Le opere acquisite in pegno sono considerate sino al 75% del valore loro assegnato. Avuta presente, peraltro, la numerosità di im- portanti nuclei collezionistici, soprattutto di dipinti, sparsi su tutto il territorio nazionale, sembra ragionevole suggerire un approccio sistematico da parte delle maggiori banche nazionali nei riguardi di finanziamenti ga- rantiti da beni artistici, sempre, ovviamente, predisposto ex ante dai tecnici incaricati in sede di avvio del servizio) per ogni singolo bene e dalla messa a disposizione, sempre da parte del cliente, di un adeguato corredo fotografico delle opere offerte in garanzia. Superato un severo vaglio documentale, di- verrà quasi sempre indispensabile l’esame di- retto dei beni. Terminata l’istruttoria, i tecnici incaricati dovranno esprimere sia il giudizio d’ammissibilità di ciascuno di essi sia la sua valutazione di mercato. Per il finanziamento lo scarto potrebbe ragionevolmente andare dal 50 al 70/75% del valore attribuito. Quanto alla conservazione delle opere date in pegno, gli spesso sontuosi - ma ormai quasi inutili - caveau bancari sembrano l’ideale per la bisogna. Con, o in alternativa a essi, gli attrezzati depositi della casa d’aste partner. Da ultimo, resta da considerare il tema dell’e- ventuale patologia del rapporto di finanzia- mento. La questione dovrà trovare prelimina- re regolamentazione analitica nel contratto banca/cliente e, per evidenti ragioni di traspa- renza e di tutela degli interessi di entrambe le parti, non potrà che sostanziarsi nella pat- tuizione di disporre la vendita all’incanto dei beni artistici dati inpegno, utilizzando la casa d’aste convenzionata. Il prezzo di riserva di ogni singolo bene offerto potrà consistere nel valore assunto per la concessione del finan- ziamento ( id est: stima convenuta diminuita dello scarto applicato). È evidente che per questa tipologia di finanziamento, in caso di inadempimento, non superabile in via ordi- naria da parte del cliente - ad esempio tramite le consuete dilazioni – l’azienda bancaria si troverà nella positiva condizione di poter uti- lizzare una procedura di recupero del proprio credito ammalorato estremamente rapida ed efficace: le primarie case d’asta realizzano vendite delle diverse tipologie di beni arti- stici a cadenze assai serrate e l’esperienza consolidata dimostra che le opere importanti, “giuste”, come definite inprecedenza, di fatto trovano sempre acquirenti. B E | B AN K E R S 109
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