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Il periodo successivo, gli anni ’70 e ’80, vide il boomdello sviluppo bancario che Conforti cavalcò l’onda fornendomezzi “forti” d’ogni genere, anche banconi blindati per il front-of- fice bancario e arredamento metallico da uf- ficio, studiato appositamente per le banche. E nel 1972, grazie a un accordo con l’Inglese “De La Rue”, introdusse in Italia il “DACS”, dispositivo precursore dell’odiernoATM, per il prelievo di contante. Nel ruolo di opinion leader conquistato sul mercato europeo, Conforti fu promotrice di iniziative istituzionali strategiche. Dapprima stimolò la nascita del Comitato delle Asso- ciazioni dei Produttori Europei di Casseforti “Eurosafe®” per poi contribuire alla defini- zione ed entrata in vigore di un pacchetto di norme UNI EN per certificare, grazie a test oggettivi, il grado di resistenza allo scasso dei mezzi forti e delle serrature che li chiudono. Gli anni ’90 videro l’ingresso in azienda del- la terza generazione della famiglia, in parte nell’azionariato e in parte con ruoli esecu- tivi, pronti per affrontare le sfide del nuovo millennio. In questi anni, la “F.lli Conforti” fu protago- nista, tra l’altro, di un’impresa “epica”, la realizzazione di tre porte circolari per la Bank Of China: 12 tonnellate ciascuna, di altissima sicurezza, chiavistelli con espansione radia- le, rivestite in acciaio inox, completamente motorizzate! Trasportate viamare, furono in- stallate al nono piano della sede di Shanghai. Il nostromestiere, si sa…è un’eterna rincorsa tra “guardie e ladri”. Per ogni invenzione che renda più sicura la cassaforte molti sono i criminali pronti a dare tutto per superarla! E va riconosciuto che anche tra i “ladri” ci sono menti brillanti utilizzate, purtroppo, dalla parte sbagliata. Con l’avvento della GDO arrivarono le cas- seforti con il versamento dell’incasso dall’in- terno del supermercato e il prelievo sul lato esterno (furgone blindato), verso il caveau del Trasporto Valori. E cominciarono gli at- tacchi che per essere rapidi, avvenendo in strada, divennero in breve “esplosivi”: i cri- minali iniettano un po’ di gas dal buco della serratura e, boom!...s’innescava l’esplosione a distanza. E allora noi, le “guardie”, mettemmo in atto la contromossa, una cassaforte a tenuta sta- gna! Problema risolto… almeno per ora. Va detto, per onestà, ci avevamo pensato pri- ma, ma nessun Cliente aveva voluto pagare il maggior costo di questa soluzione…fino a quando, ahimè, è stato inevitabile. Ma torniamo alle banconote, quelle nella cas- settina dei risparmi, quelle nella cassaforte: che fine farà il contante? Serviranno ancora le casseforti? Quest’ultima domanda aleggia sul nostro mondo da un quarto di secolo… Il nostro mestiere, si sa… è un’eterna rincorsa tra “guardie e ladri”. Ebbene, che l’uso del contante nei paga- menti in presenza si stia riducendo, a favo- re degli strumenti elettronici, è un dato di fatto certificato dalle indagini della Banca d’Italia e dalla Banca Centrale Europea. Ma proprio la BCE ci racconta anche che una quota irriducibile di cittadini europei pre- ferisce utilizzare il contante; inoltre, i Paesi che prima si erano maggiormente allonta- nati dal contante stanno sperimentandone il ritorno. I motivi della preferenza per il contante sono vari; pesa la “privacy”, termine che può as- sumere diverse connotazioni, e il timore di non poter utilizzare il proprio denaro a cau- sa di quello che noi, in azienda, chiamiamo ironicamente “Il Grande Patatrac”, ovvero un “down” dei sistemi informativi. Anche per questo, da qualche anno la BCEha messo in atto una strategia: “Siamo impegna- ti a preservare il contante e ad assicurare che la moneta della banca centrale rappresenti sempre un’opzione di pagamento” (BCE). Infine, il contante è l’unico strumento di pagamento cui non può essere opposto un diniego. B E | B AN K E R S 103

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