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rativa dell’associazione bancaria e proprio nelle scorse settimane ha iniziato una nuova avventura con la nomina a trustee della IFRS Foundation, l’organismo di supervisione di chi redige i principi contabili internazionali. Quella degli Npl sembra una storia a lie- to fine. Perché è iniziata male? “ Il punto di partenza è la grande crisi finanziaria del 2008 che poi in Europa, nel 2011, si tramuta nella crisi dei debiti sovrani. Gli effetti di quelle crisi su imprese e famiglie determi- nano l’impressionante aumento dei crediti deteriorati. Su questa situazione, nel 2015 – ricorda Sabatini – si inserisce la vicenda delle quattro piccole banche del centro Italia finite in risoluzione (Banca delle Marche, Banca Popolare dell’Etruria e del Lazio, Cassa di Risparmio di Ferrara, Cassa di Risparmio di Chieti). Simili crisi in precedenza erano state gestite tramite gli interventi del fondo di tu- tela dei depositi (FITD) ma tale percorso, in quell’occasione, era precluso dalla preceden- te decisione della Commissione europea che, in relazione alla gestione della crisi di Banca Tercas, aveva sostenuto che l’intervento del FITD avrebbe violato le norme sugli aiuti di stato in Europa ”. L’interpretazione della Commissione fu poi sonoramente cassata prima dal Tribunale UE e poi dalla Corte di Giustizia, ma le due sentenze non potero- no cambiare le disastrose conseguenze di quella iniziale errata interpretazione della DG Comp della Commissione. Nel novem- bre del 2015 quindi, a fronte della irrever- sibilità della crisi delle quattro banche, si dovette attivare la procedura di risoluzione con anche la conseguenza di far sopportare una parte delle perdite anche di chi ave- va investito i suoi risparmi nei subordinati di quei piccoli istituti di credito per effetto dell’applicazione del principio del “burden sharing”. Successivamente, anche a seguito di complessi negoziati con la Commissione, i risparmiatori furono parzialmente inden- nizzati. Ma perché questa storia si salda con quella degli NPL? “ Nell’ambito della procedura di risoluzione occorreva valutare i portafogli di NPL presenti nei bilanci di quelle banche. Ancora una volta la DG Comp intervenne ‘a gamba tesa’, indicando come unica valutazione accettabile, in quanto ap- prossimativa del valore teorico di cessione immediata dei crediti, una valutazione di quelli collateralizzati pari al 25% dell’im- porto erogato e di quelli non collateralizzati pari all’8%, di fatto una valutazione media di quei crediti pari al 18%, sebbene le serie storiche relative ai valori di recupero dei cre- diti deteriorati in Italia mostrassero valori nettamente superiori ”. La cessione di quegli asset con un simile deprezzamento ampliò le perdite dei quattro istituti rendendo necessario il coinvolgimen- to anche dei piccoli risparmiatori. Ma l’altro grave effetto collaterale di quella decisione della DG Comp fu che stabilì un preceden- te, un “benchmark” per la valutazione dei crediti deteriorati nei portafogli di tutte le banche italiane. “ Anulla servirono le critiche di chi, esibendo le serie storiche sul credito, mostrava che le sofferenze in Italia avevano sempre avuto percentuali di recupero molto maggiori (intorno al 40%). Le authority di Bruxelles rimasero inflessibili e la ‘soluzione 18%’ rimase il benchmark per le cessioni dei grandi portafogli di credito di quegli anni ”. Una bella trappola, verrebbe da dire. Ma non tutte le banche italiane si trovavano nella si- tuazione critica dei 4 istituti del centro Italia. Potevano quindi mantenere al loro interno quei crediti difficili e gestirli come avevano sempre fatto. “ Peccato – ricorda ancora Sabatini – che la fantasia del regulator è spesso inesauribile. E i suoi frutti non sono sempre desiderabili ”. Se può essere condivisa la finalità delle autorità di vigilanza a rafforzare patrimonialmente le banche europee dopo la grande crisi finan- ziaria, gli strumenti scelti per raggiungere lo scopo, specie con riferimento al rischio di credito, hanno invece sollevato molte per- plessità. Nel 2016 l’Eba, l’authority bancaria 12 B E | B AN K E R S

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