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Allo stesso modo, occorre favorire l’impie- go di strategie di recupero meno aggressi- ve rispetto a quelle giudiziali migliorando ed estendendo il novero degli strumenti a disposizione delle parti per accedere a un più ampio ventaglio di soluzioni possibili. In questo senso, le forze politiche e le asso- ciazioni di categoria ben potrebbero (e, forse, dovrebbero) prestare maggiore attenzione a quelle proposte di riforma volte a rafforzare i presidi esistenti (incrementando, ad esem- pio, la dotazione del fondo di garanzia per la prima casa e ampliando l’accesso ai vantaggi previsti per le cartolarizzazioni sociali anche alle reoco ex art. 7.1 costituite al di fuori di questa specifica tipologia di operazioni). Così come, più in generale, supportando strategie di riabilitazione finanziaria dei debitori (c.d. reperfoming ) che evitino le dolorose ricadute sociali, in termini di malessere dei debitori e delle loro famiglie, ed economiche, in termini di svalutazione del patrimonio immobiliare nazionale, che un recupero giudiziale indi- scriminato porta inevitabilmente con sé. In tale prospettiva, le stesse operazioni di cartolarizzazioni con GACS attualmente esistenti si prestano a divenire un ulteriore ambito di intervento, non solo (e non tanto) alla luce del possibile impatto che le stesse potrebbero all’esito avere sul debito pubbli- co, ma anche (e soprattutto) per permettere (anche nell’interesse dei debitori) un più ef- ficiente processo di recupero e, se si vuole, il superamento stessodel supporto a suo tempo fornito dallo Stato al sistema bancario (ormai non più giustificato), il tutto in un’ottica di pacificazione e giustizia sociale. In conclusione, a chi scrive pare che, pro- prio nel momento in cui il settore avverte un marcato rallentamento, occorre più che mai mettersi al lavoro con rinnovata energia e sfruttare questa opportunità di riorganizzare il sistema per meglio affrontare le sfide irri- solte e prepararsi per quelle a venire. B E | B AN K E R S 17

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