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E a quel punto che succede? Quando inuna azienda sorgono difficoltà più omeno gravi non tutte le banche sono dispo- nibili ad impegnarsi. Una delle attività che ci distingue maggiormente è proprio quella di occuparci di quelle aziende che, secondo i casi, vengono definite special situations , in ristrutturazione, in turnaround , in stage due . Cioè quelle aziende che devono ripensarsi. Ecco, in questo pensiamo di essere bravi. Per intervenire, soprattuttonei casi di risanamen- to e rilancio aziendale, oltre agli esperti del credito, coinvolgiamo quelli di settore in cui operano le aziende potenzialmente clienti, i tutor, che ci aiutano nella valutazione e aiutano le aziende ad elaborare un piano di sviluppo. Per noi è unpo’ come diventare soci delle imprese: vanno seguite nel mettere a punto i programmi di risanamento e rilancio e poi affiancate nel tempo. Da come lei sta parlando non sembra esserci stato, all’inizio di quest’anno, un cambio così radicale rispetto all’i- nizio della vostra avventura. Più che altro avete preso atto che la congiun- tura era cambiata. illimity è un’impresa che si adatta al mondo in cui opera. E continuerà ad essere così. E da banca specializzata sulle Pmi, abbiamo sem- pre guardato a tre filoni: credito performing, restructuring e distressed. Quest’ultimo seg- mento ha portato in tutti questi anni risultati di particolare soddisfazione. Ma l’attrattiva di un mercato deriva da tre fattori: la sua dimensione, con le connesse possibilità di crescita; l’ambiente regolatorio; la capacità di essere competitivi. Noi ci siamo ritagliati un posizionamento distintivo e i risultati lo hanno confermato. Le nuove norme sugli intermediari specializzati nel credito dete- riorato in arrivo con la Secondary Market Directive (SMD) ci avrebbero però molto penalizzato e abbiamo deciso di accelerare l’uscita dall’attività di investimento diretto in portafogli NPE. Il calo del mercato, ma- nifestatosi negli ultimi 18 mesi, non ha fatto altro che rafforzare la nostra decisione. Nel mondo del deteriorato, rimaniamo invece molto attivi attraverso ARECneprix che si è ritagliata una sua ottima posizione compe- titiva nell’asset management e nel servicing di posizioni UTP corporate con sottostante soprattutto immobiliare. Nel frattempo, la domanda di credito, di crescita e di ristrutturazione continuava a crescere. Abbiamo deciso di mettere tutta la nostra capacità, tutta la nostra potenza di fuoco al servizio di queste priorità. Oggi le competenze specialistiche della divisione Specialised Credit (che prima si chiamava Distressed Credit Division) vengono cana- lizzate nell’attività di asset based financing con sottostante real estate o energy. Sta disegnando un quadro di un’eco- nomia ancora molto vivace. Quelle imprese si stanno finanziando con le banche o scelgono di andare diretta- mente sul mercato dei capitali? È un quadro in evoluzione. Le PMI italiane erano storicamente del tutto dipendenti dal credito bancario, anche per ragioni stret- tamente regolamentari. Il peso del credito bancario è molto calato e non dovremmo essere lontani dal 50%. A questa evoluzione ha contribuito una misura presa dal governo di cui facevo parte e di cui sono orgoglioso. Nel momento in cui abbiamo fatto entrare in Italia i fondi di credito e nel momento in cui abbiamo creato imini-bond cioè la possibilità anche per le imprese piccole non quotate di accedere direttamente al mercato, abbiamo, di fatto, smantellato una situazione di so- stanziale monopolio bancario e i numeri si sono subito mossi. Ma con l’aumentodei tassi d’interesse ilmondodel creditononha riscoperto ilmestiere tradizionale dei banchieri? Ilmargined’interessenonè tornatoad averequellacentralitàchefinoapochi anni fa aveva perduto? Il margine di interesse è la voce più significa- tiva dei bilanci bancari. La crescita repentina è dovuta soprattutto dal forte allargamento dello spread a sua volta dovuto alla crescita dei tassi attivi a fronte di una crescita molto più bassa dei tassi passivi, se non addirittu- ra nulla sulla raccolta a vista delle banche tradizionali. Il credito a famiglie e imprese è diminuito anche a causa dei tassi alti, ma è diminuito in maniera preoccupate per le PMI: certamente di più della propensione di queste ultime a indebitarsi. illimity è un’impresa che si adatta al mondo in cui opera. 32 B E | B AN K E R S
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