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DA QUANDO HA INIZIATO A OPERARE, NEL 2010, L’ARBITRO BANCARIO FINANZIARIO (ABF) HA GESTITO CIRCA 250MILA RICORSI RICONOSCENDO LA LEGGITTIMITÀ DI RIMBORSI PER OLTRE €200 MILIONI. P iù che l’Isola che non c’è di Pe- ter Pan, è la risposta concreta a una giustizia che non ci sarebbe stata. In fondo potrebbe essere definita anche così l’esperienza dell’Arbi- tro Bancario Finanziario giunto ormai al quindicesimo anno di attività. Dal 2010, quando ha iniziato ad operare, ha gestito circa 250mila ricorsi di clienti nei confronti di banche e altri intermediari che a loro giudizio non si erano comportati corret- tamente nei loro confronti. In una percen- tuale non indifferente di casi l’arbitro ha dato loro torto ma più spesso sono i clienti ad aver avuto ragione e i componenti dei Collegi dell’Arbitro Bancario Finanziario, in questi anni, hanno riconosciuto la legit- timità di rimborsi per oltre 200 milioni di euro. Perchè la giustizia che non ci sarebbe stata? “ L’Arbitro gestisce conflitti anche di 3-5mila euro – ma può dirimere ricorsi fino a 200mila euro, ndr – non sono ammontari tali da spingere un cliente a rivolgersi a un tribunale, sobbarcandosi il rischio dell’e- CRED I TO #ArbitroBancarioFinanziario #ABF #GiustiziaFinanziaria #Correntisti Magda Bianco Responsabile del Dipartimento Tutela della Clientela ed Educazione finanziaria della Banca d'Italia sito del conflitto e delle spese legali ”. Ma invece c’è l’Arbitro. I costi dei ricorsi sono molto contenuti, il ricorrente può attivare la procedura anche per proprio conto, in alternativa all’assistenza di un rappresen- tante come un avvocato. Per arrivare a un giudizio sono sufficienti pochi mesi, non gli anni della giustizia civile. Le banche normalmente rispettano quei giudizi anche se non sono vincolanti. “ È una giustizia complementare, non sostitutiva di altre for- me di tutela, quella appunto che non c’era ”. B E | B AN K E R S 41

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