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Spesso è lo stesso nuovo creditore che, uti- lizzando le proprie conoscenze del mercato, riesce a trovare tra i suoi clienti, d’intesa con il debitore, dei soggetti interessati a rilevare i beni. Tali soggetti, magari passando per uno degli strumenti di composizione negoziata della crisi previsti dal codice della crisi quan- do esistano altri creditori non bancari, riesce ad acquistare i beni senza rischi ed in tempi compatibili con l’investimento e la continua- zione/ripresa dell’attività. La soluzione sopra descritta rappresenta, ov- viamente, un caso tipico di un intervento, ma le modalità concrete con cui possono risol- versi situazioni analoghe sono molto diver- sificate, dovendosi necessariamente adattarsi alle più varie situazioni, al fine di trovare la soluzione più efficiente. In conclusione, pertanto, direi che il “tempo” è il fattore che deve diventare la guida nella gestione degli NPL, ma non considerandolo un elemento negativo e penalizzante (come è stato fino ad oggi), ma come l’elemento che, unito alle positive previsioni di ripresa eco- nomica (le ultime stimemacroeconomiche ci confortano), consentirà ad aziende e consu- matori di rientrare dei propri debiti, liberando finalmente lo “scarico” della vasca degli NPL e consentendo quindi una vera, strutturale e sostenibile diminuzione degli NPL in Italia. Il problema principale del mercato NPL è oggi essenzialmente legato allo smaltimento dello stock più che ai nuovi flussi. B E | B AN K E R S 47

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