Bper, utile netto in rialzo

«Gli indicatori di rischio di credito continuano ad attestarsi su livelli contenuti. La posizione patrimoniale della banca e i livelli di liquidità rimangono solidi, grazie anche alla continua generazione di capitale, rendendoci in grado di gestire con fiducia uno scenario macroeconomico caratterizzato da grande incertezza», ha commentato l’amministratore delegato Gianni Franco Papa

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Gianni Franco Papa, amministratore delegato BPER

Bper ha chiuso il primo semestre dell’anno con un utile netto pari a 724,2 milioni di euro, in rialzo del 2,8% sullo stesso periodo del 2023, e ricavi saliti del 4,1% a 2,76 miliardi, con i proventi ‘core’ in crescita del 7% a 2,7 miliardi. Nel corso del semestre – ha precisato un comunicato della banca – è stata generata «un’importante creazione di valore per gli azionisti», pari a un utile per azione di 0,512 euro». Alla luce dei risultati la banca ritiene di essere ben avviata «verso il raggiungimento delle ambizioni di fine anno». Bper presenterà il prossimo 10 ottobre a Milano il nuovo piano industriale. Lo ha comunicato l’istituto di credito in una nota. «Stiamo lavorando per definire il nostro nuovo piano industriale orientato alla crescita che ci permetterà di continuare a creare valore per tutti i nostri stakeholder», ha commentato l’amministratore delegato Gianni Franco Papa.

«L’attività del semestre conferma l’impegno di tutti i colleghi rivolto ad una continua e costante generazione di valore. Tutte le divisioni hanno contribuito, sia sotto il profilo dei ricavi, sia grazie ad una rigorosa disciplina sui costi», ha sottolineato Papa commentando i risultati della banca. «Gli indicatori di rischio di credito – prosegue – continuano ad attestarsi su livelli contenuti. La posizione patrimoniale della banca e i livelli di liquidità rimangono solidi, grazie anche alla continua generazione di capitale, rendendoci in grado di gestire con fiducia uno scenario macroeconomico caratterizzato da grande incertezza».

Venendo ai risultati economici, il margine di interesse è cresciuto dell’8,9% a 1.682,5 milioni di euro mentre le commissioni hanno registrato un aumento del 4% 1.014,7 milioni, grazie alla spinta, in particolare, della raccolta gestita (+13,4%). Le spese operative sono salite del 17,1% a 1,57 miliardi anche per effetto di un costo di 173,8 milioni legato all’accoglimento di circa 600 ulteriori richieste di uscita anticipata rispetto all’accordo del dicembre 2023 mentre il cost income si mantiene stabile al 50,6%. Le perdite su crediti sono in lieve aumento, da 115 a 132,3 milioni, con un costo del credito annualizzato di 41 punti base. In modesto peggioramento nel semestre è stata anche la qualità del portafoglio creditizio con una percentuale di crediti deteriorati lordi (npe) salita dal 2,4% di fine 2023 al 2,8 per cento.