Febbraio amaro per le cartolarizzazioni italiane di crediti in sofferenza (NPL), incluse quelle garantite dallo Stato attraverso le cosiddette GACS. Secondo i dati raccolti da Scope Ratings – riferisce un articolo de Il Sole 24 Ore – l’attività di recupero crediti delle cartolarizzazioni ha registrato un forte calo: gli incassi sono diminuiti dell’11% rispetto a gennaio e, soprattutto, si sono fermati ad appena il 58% del recupero medio realizzato nei mesi di febbraio degli ultimi tre anni.
La débâcle è stata inattesa, dato che solitamente il mese di febbraio – scrive Scope Ratings – «si allinea con gennaio». Non è pertanto l’effetto della stagionalità a spiegare il vistoso calo degli incassi.
La società di rating ha analizzato l’andamento dei recuperi di 44 cartolarizzazioni italiane, la maggior parte delle quali assistite dalla garanzia pubblica, certificando che a febbraio i recuperi sono andati male per tutti, indipendentemente dalle strategie adottate.
Il problema, tuttavia, non è una novità: la maggior parte delle cartolarizzazioni italiane – certificano altri report, come quello periodico di Moody’s – mostra infatti recuperi ben inferiori rispetto a quelli previsti dal piano industriale originario. È una cattiva notizia anche per lo Stato, che prima o poi potrebbe essere chiamato a onorare le garanzie e dunque a contribuire al rimborso delle obbligazioni senior (le più sicure) di alcune cartolarizzazioni.
Già ora l’industria sta cercando di correre ai ripari: in alcune cartolarizzazioni è stato sostituito il servicer, mentre in altre operazioni al servicer originario ne sono stati affiancati altri.