La Cina è alle prese con una crisi bancaria e non riguarda solo il settore immobiliare. Lo sostiene un lungo articolo di Barron’s nel far presente che, mentre il grande paese asiatico è alle prese con una crisi immobiliare sempre più profonda, l’attenzione si sta spostando su una preoccupazione ancora maggiore: la vulnerabilità del settore bancario della nazione. Ciò che un tempo era visto come un problema contenuto all’interno del mercato immobiliare ora minaccia di inviare onde d’urto attraverso il sistema finanziario cinese. Con una parte significativa dei loro asset legati a un mercato immobiliare in difficoltà, le banche cinesi stanno navigando in acque insidiose, sollevando interrogativi critici sulla resilienza della seconda economia più grande del mondo.
Le stime iniziali collocavano i prestiti immobiliari a circa il 40% del totale delle attività bancarie. Dati più recenti suggeriscono che questa percentuale è diminuita, ma il settore immobiliare rimane un rischio importante per le istituzioni finanziarie cinesi. S&P Global che il rapporto tra attività non performanti nel settore bancario commerciale cinese salirà al 5,7% entro il 2026, rispetto a una stima del 5,6% nel 2023. Questa previsione segnala le sfide in corso nella qualità delle attività, significativamente più elevate rispetto ai rapporti tra prestiti non performanti ufficialmente riportati. Per contestualizzare, il rapporto NPL ufficiale del governo cinese per le banche cinesi è stato segnalato all’1,6% nel 2023, il livello più basso dal 2014. Questa discrepanza tra il deterioramento della redditività bancaria e la tendenza al ribasso dei rapporti NPL ufficialmente segnalati solleva dubbi sull’accuratezza delle cifre governative.
Gli standard internazionali per sistemi bancari sani in genere vedono rapporti NPL inferiori all’1-2%, con rapporti superiori al 5% che spesso indicano uno stress significativo. In Cina, si prevede che il rapporto NPL per i prestiti alle società immobiliari raggiungerà il picco al 6,4% entro il 2025. Le banche rurali e delle piccole città sono particolarmente vulnerabili, poiché non hanno i buffer finanziari delle loro controparti più grandi. A giugno 2024, 40 piccole banche sono scomparse attraverso fusioni con istituzioni più grandi, e la provincia di Henan ha annunciato piani per consolidare 25 istituti bancari in una banca commerciale rurale a livello provinciale. Queste mosse evidenziano la fragilità delle banche più piccole. I regolatori cinesi si stanno concentrando sul consolidamento perché non hanno meccanismi per gestire i fallimenti bancari. S&P Global stima che potrebbero volerci dai 4 ai 5 anni per ripulire in modo sostanziale le istituzioni finanziarie rurali ad alto rischio.
Il governo cinese ha risposto con cautela a questi rischi. Sta cercando di contenere l’instabilità finanziaria piuttosto che implementare misure di stimolo aggressive. Le recenti decisioni politiche del Terzo Plenum riflettono questa moderazione, con Pechino che cerca di gestire i rischi senza esacerbare gli squilibri esistenti.
L’economia cinese presenta un quadro misto. Il settore delle esportazioni rimane un’ancora di salvezza, con il paese che espande la sua quota di mercato globale in settori chiave come veicoli elettrici, pannelli solari e acciaio. Pechino sta supportando questa crescita guidata dalle esportazioni attraverso la gestione della valuta e politiche favorevoli per le aziende orientate all’esportazione.
A livello nazionale, le prospettive sono meno ottimistiche. Le vendite al dettaglio sono state lente , la crescita dei salari sta rallentando e i prezzi degli immobili rimangono sotto pressione. Il settore dei servizi deve affrontare notevoli venti contrari. Ma certamente le maggiori preoccupazioni si concentrano sul settore immobiliare. Le banche sono sotto pressione da parte del governo per abbassare i tassi dei mutui e aumentare gli investimenti in titoli di Stato, ciò che erode ulteriormente la loro redditività. L’iniziativa governativa “prosperità comune“, volta a ridurre la disuguaglianza della ricchezza, colpisce anche il settore bancario limitando il ritmo della crescita dei prezzi immobiliari, un fattore chiave di redditività negli ultimi decenni. Sebbene la “prosperità comune” non sia stata menzionata nel documento del Terzo Plenum, è probabile che rimanga un principio fondamentale nella strategia economica di Xi Jinping.
La crescita del PIL cinese è rallentata al 4,7% anno su anno nel secondo trimestre del 2024, in calo rispetto al 5,3% del primo trimestre. Il governo si trova ad affrontare un delicato gioco di equilibri, dovendo sostenere la crescita guidata dalle esportazioni e gestendo al contempo le ricadute della crisi del mercato immobiliare.
Per tornare al settore bancario NMI Market News segnala che i trasferimenti dei non performing loans (NPL) hanno subito un’accelerazione significativa nel secondo trimestre, aumentando del 547,67% a 27,9 miliardi di CNY dai 4,3 miliardi di CNY del primo trimestre, secondo quanto ha riportato 21st Century Business Herald. Gli NPL personali sono più difficili da gestire rispetto ai prestiti aziendali a causa della mancanza di garanzie, mentre le società di gestione patrimoniale locali, i principali destinatari degli NPL, trovano sempre più difficile smaltirli man mano che il loro numero aumenta.