Cina, scompaiono le piccole banche di campagna

Circa 40 istituti sono stati chiusi negli ultimi anni: si tratta di banche importanti per l'economia cinese perché sostengono l'economia del territorio. Tuttavia negli ultimi anni hanno accumulato grandi quantità di NPL

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I piccoli istituti di credito della Cina stanno scomparendo a ritmo sempre più sostenuto e la situazione non accenna a cambiare: un problema che coinvolge soprattutto le banche rurali piccole e medie, assorbite da istituti più grandi o del tutto chiuse. Secondo quanto riportato da Repubblica, che a sua volta cita il quotidiano finanziario cinese St, sono circa 40 gli istituti scomparsi di recente, di cui 36 collocati nella provincia del Liaoning, “mangiate” da un nuovo istituto di credito che li ha ricompresi tutti.

Fino al 2018 le banche di villaggio, casse di mutuo soccorso, banche di credito cooperativo nelle campagne erano 3.900. A fine 2023 sono diventati 3.795. Si tratta del 12% delle attività totali del sistema bancario, ma sono molto importanti per l’economia cinese perché sostengono le zone agricole. Tuttavia negli ultimi anni hanno accumulato grandi quantità di NPL, prestando soldi a governi locali e costruttori ed esponendosi alla crisi immobiliare cinese in corso. A partire dalla pandemia l’NPL ratio di queste banche è assai cresciuto.

A dicembre, il “Rapporto sulla stabilità finanziaria della Cina 2023” pubblicato dalla Banca centrale cinese, indicava che su 4.364 istituti bancari, 337 sono classificati ad alto rischio, tra cui 191 istituti cooperativi agricoli e 132 banche di villaggio. I risparmiatori evidenziano scarsa fiducia nelle piccole banche rurali cinesi, come riportato dal South China Morning Post, anche perché le loro strutture azionarie sono spesso opache e le informazioni divulgate al pubblico sono scarse, quindi si teme per la loro solvibilità. Inoltre alcuni piccoli istituti di credito hanno sviluppato un’ampia esposizione creditizia nei confronti di imprese ad alto rischio, a cui si aggiungono truffe che complicano la situazione come quella che due anni fa portò all’arresto di 200 persone (una banda controllava illegalmente quattro istituti di credito rurali attirando gli investitori con promesse di tassi di interesse fino al 18% annuo).

C’è chi sostiene che un minor numero di banche più grandi sarà più facile da controllare per le autorità di regolamentazione, chi invece che l’unione di decine di piccoli istituti in difficoltà creerà grandi banche in difficoltà. Allo stesso tempo, la pressione della trasformazione digitale si sta intensificando e la Cina sta pianificando un tetto salariale annuale (con valenza retroattiva) di 3 milioni di yuan (380.600 euro) per i dirigenti del settore finanziario statale, che domina il settore bancario del Paese. Inoltre negli ultimi anni il settore finanziario è stato sottoposto anche ad una maggiore sorveglianza normativa nell’ambito della lotta alla corruzione da parte del Partito con inchieste che riguardano i funzionari corrotti.