A dicembre 2024, i crediti deteriorati netti sono diminuiti a 30,4 miliardi di euro, da 32,1 miliardi a settembre 2024 (30,5 miliardi a dicembre 2023). Rispetto al loro livello massimo, 196,3 miliardi raggiunti nel 2015, sono in calo di circa 166 miliardi. È quanto comunica l’ABI nel suo rapporto mensile. A dicembre scorso, dice ancora l’associazione, i crediti deteriorati netti rappresentano l’1,47% dei crediti totali. A settembre 2024, tale rapporto era l’1,54% (1,41% a dicembre 2023; 9,8% nel 2015).
A dispetto dei dati rassicuranti sulla consistenza dei crediti deteriorati, la debolezza dello scenario economico si fa sentire nell’attività creditizia. Il rallentamento della crescita – spiega l’ABI – contribuisce a deprimere la domanda di prestiti: a gennaio 2025, i prestiti a imprese e famiglie sono scesi dell’1,0% rispetto a un anno prima, stesso valore del mese precedente.
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A dicembre 2024, i prestiti alle imprese erano diminuiti del 2,3%, mentre quelli alle famiglie erano cresciuti dello 0,2%. In coerenza con questo quadro, si muovono i tassi d’interesse, che flettono verso il basso.
A gennaio di quest’anno, il tasso medio sulle nuove operazioni per acquisto di abitazioni è sceso al 3,09% dal 3,11% del mese precedente e dal 4,42% di dicembre 2023. Il tasso medio sulle nuove operazioni di finanziamento alle imprese è sceso al 4,20% dal 4,40% del mese precedente e dal 5,45% di dicembre 2023. Nel gennaio 2025, il margine di interesse tra tassi attivi e passivi si è collocato a 167 punti base.