Crediti deteriorati: nel primo semestre gli incassi calano del 20 per cento

Secondo l'analisi di Scope Ratings, la contrazione degli incassi è dovuta alla riduzione dei recuperi sul fronte degli accordi stragiudiziali (in calo di 90 milioni rispetto all'anno scorso, pari al 28%) e al calo di 66 milioni delle cessioni di note di cartolarizzazione

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NPL crediti deteriorati

Frenano gli incassi sui portafogli dei crediti deteriorati. I dati vengono da Scope, la principale agenzia di rating europea attiva nel mondo del credito, e di cui riferisce un articolo di MF. In base ai report mensili di servicing, nella prima metà di quest’anno gli incassi per le cartolarizzazioni di crediti deteriorati in Italia sono scesi del 20% rispetto allo stesso periodo del 2022 e del 2023.

È vero che a giugno le riscossioni sono cresciute del 23% su base mensile a 255 milioni, ma il numero risulta inferiore del 31% rispetto allo stesso mese degli ultimi due anni. E questo nonostante un aumento del numero delle transazioni che ha raggiunto il livello più alto degli ultimi anni.

Secondo l’analisi di Scope Ratings, la contrazione degli incassi va attribuita a due ragioni. Da un lato c’è stata una riduzione dei recuperi sul fronte degli accordi stragiudiziali (in calo di 90 milioni rispetto all’anno scorso, pari al 28%). Questo fenomeno ha riguardato soprattutto le cartolarizzazioni più vecchie, quelle cioè lanciate prima della pandemia che tendono a produrre sempre meno proventi con il passare degli anni. Dall’altro lato si sono ridotte di 66 milioni le cessioni di note di cartolarizzazione, segnando un calo del 62% rispetto al 2023, mentre le proventi giudiziari sono rimasti sostanzialmente stabili (in diminuzione di 17 milioni, -3%).

Quello dell’agenzia di rating non è un segnale isolato. L’ultimo record di PwC dedicato al mercato italiano degli npl certifica il mutamento avvenuto nel settore.

Secondo la società di accounting e consulenza, dopo l’ampio processo di deleveraging intrapreso a partire dal 2017 i volumi delle transazioni in crediti deteriorati sono diminuiti, stabilizzandosi intorno ai 21 miliardi nel 2023 e tornando sostanzialmente ai livelli pre-2017. Il primo trimestre del 2024 ha segnato il numero più basso di transazioni relative alla cessione di esposizioni deteriorate degli ultimi anni.

Il mutato scenario di mercato spiega anche l’ondata di consolidamento che interessa i grandi servicer. Dopo l’integrazione tra Gardant e DoValue annunciata a fine giugno, prima della pausa estiva è arrivata in porto anche l’acquisizione di Prelios da parte del gruppo Ion di Andrea Pignataro.

I due deal – spiega il giornale – consentiranno non solo di dare vita ai due maggiori gruppi nel mercato italiano ma anche di creare operatori con la scala e il know-how adeguati ad affrontare la sfida di trasformazione del settore. Altri soggetti invece hanno deciso di uscire dal segmento come ha annunciato Illimity nei mesi scorsi. La banca fondata da Corrado Passera ha scelto infatti di liberare capitale per concentrarsi su special situations, la finanza strutturata e il factoring.