Sono in aumento i casi di insolvenza delle imprese in Veneto, segnalati alla Centrale dei rischi di Bankitalia: Venezia +9,6%, Treviso (+5,4), Rovigo e Belluno (+5). A segnalarlo – riferisce Il Gazzettino – è l’Ufficio studi Cgia (confederazione degli artigiani e delle piccole imprese), precisando che i default riguardano quasi 8.200 imprese con un aumento di 314 unità (+4%). Si tratta prevalentemente di artigiani, esercenti, commercianti o piccoli imprenditori che sono “scivolati” nell’area dell’insolvenza e segnalati alla Centrale dei rischi di Bankitalia ciò che preclude loro di accedere a un nuovo prestito.
A livello provinciale, in Veneto le situazioni più critiche sono a Vicenza con 1.639 attività segnalate alla Centrale dei rischi, Padova con 1.661, Verona con 1.593 e Treviso con 1.417. Rispetto all’ultimo anno, invece, l’incremento percentuale più importante ha interessato Venezia con il +9,6%. Seguono Treviso con il +5,4%, Rovigo e Belluno entrambe con il +5%.
Al fine di evitare che il trend sfoci in situazioni patologiche la Cgia chiede con forza il potenziamento delle risorse a disposizione del “Fondo di prevenzione dell’usura”. Strumento, quest’ultimo, in grado di costituire l’unico valido aiuto a chi si trova in questa situazione di vulnerabilità. È bene ricordare che gli imprenditori che vengono segnalati alla Centrale rischi della Banca d’Italia non sempre lo devono a una cattiva gestione finanziaria della propria azienda. Nella maggioranza dei casi, infatti, questa situazione si verifica a seguito dell’impossibilità da parte di molti piccoli imprenditori di riscuotere con regolarità i pagamenti dei propri committenti o per essere “caduti” in un fallimento che ha coinvolto proprio questi ultimi.