Crisi d’impresa: aumenta il ricorso alla composizione negoziata

I casi di utilizzo della nuova procedura introdotta dal codice della crisi nel 2021 aumentati del 53,5% nel primo semestre dell’anno; il percorso di risanamento alternativo al fallimento ha permesso di salvare 8250 posti di lavoro

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La composizione negoziata della crisi d’impresa inizia finalmente ad essere una procedura più utilizzata dalle aziende in difficoltà. Lo segnala un lungo articolo de Il Sole 24 Ore nel sottolineare il crescente ricorso al nuovo percorso extragiudiziale introdotto con il nuovo codice della crisi per far venire alla luce le difficoltà economico-finanziarie prima che diventino irrecuperabili. Nel primo semestre 2024 sono aumentate del 53,5% rispetto allo stesso periodo del 2023 e se il trend viene confermato, a fine anno, l’aumento arriverà al 60 per cento. Ma soprattutto la percentuale di successo delle procedure, ossia delle imprese che è riuscita a individuare un percorso di risanamento, è stata di quasi il 22% nel 2023 e del 18% nel primo semestre 2024. E sono già 8.250 i lavoratori impiegati nelle aziende “salvate”. A disegnare il quadro è il Report predisposto dall’Osservatorio crisi d’impresa di Unioncamere, che, sulla base dei dati Infocamere, mette per la prima volta sotto la lente tutte le procedure concorsuali dal 2021 a giugno 2024.

Sul ricorso alla composizione negoziata spinge anche il decreto correttivo al Codice della crisi (dovrebbe essere approvato definitivamente nelle prossime settimane) che introduce diverse novità (come la transazione fiscale) e cerca di sciogliere alcuni nodi come quello del rischio del deterioramento del credito bancario.

Numericamente le procedure di liquidazione giudiziale (espressione con cui il Codice della crisi ha sostituito il termine fallimento) restano comunque di gran lunga le più utilizzate (nel 2024 il 76% del totale). Segue, ad ampia distanza, il concordato preventivo i cui numeri sono in calo ormai da molti anni (anche se il primo semestre 2024 indica una ripresa). Stabili gli accordi di ristrutturazione a circa 300 l’anno.

La composizione negoziata è, invece, in continuo aumento: + 19% nel 2023, + 53% nel primo semestre 2024 che, per l’intero anno, potrebbe arrivare a un +60 per cento.

In tutto, da novembre 2021 a giugno 2024, le domande delle imprese sono state 1.608, di cui 915 già chiuse: il tempo medio è circa 11-14 mesi in caso di successo e di sette-nove mesi in caso di insuccesso.

Fino ad oggi sono 167 le imprese che hanno trovato un percorso di uscita dalla crisi e 8.250 posti di lavoro salvaguardati (senza considerare le aziende dell’indotto): il tasso di successo è stato di quasi il 22% nel 2023 e del 18% nel 2024.

Oltre ad anticipare l’emersione delle difficoltà e a favorire la continuità aziendale, obiettivo della composizione negoziata è anche alleggerire il carico dei tribunali. Il percorso si svolge infatti fuori delle aule giudiziarie anche se alcuni passaggi, come la concessione delle misure protettive richiedono l’intervento del giudice.

Dal Report di Unioncamere-Infocamere emerge che, nel primo semestre 2024, la composizione negoziata ha rappresentato l’8,6% delle nuove procedure concorsuali. I numeri sono ancora piccoli ma il trend di crescita fa ben sperare.

«Se continuerà anche in futuro, contribuirà ad alleggerire il carico di lavoro dei tribunali e a velocizzare e snellire così i tempi della giustizia. L’esigenza è, evidentemente, quella di accorciare i tempi, diminuire i costi, garantire la continuità aziendale ed evitare, per quanto possibile, il ricorso alle aule giudiziarie», dice il presidente di Unioncamere, Andrea Prete.