doValue chiude in utile (€1,8 milioni) l’esercizio 2024

Il gruppo ha superato il suo obiettivo annuale di 8 miliardi di euro di nuovo business, raggiungendo circa 10 miliardi di Gross Book Value (GBV); crescono i ricavi da servizi a valore aggiunto, in calo quelli di servicing di NPL

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doValue ha chiuso il 2024 con un utile netto, escluse le voci non ricorrenti, in crescita a 6,7 milioni, segnando un aumento sostanziale rispetto agli 1,8 milioni del 2023, supportato da minori svalutazioni in Spagna. Includendo le voci non ricorrenti, l’utile netto è pari a 1,9 milioni, in netto miglioramento rispetto alla perdita di 17,8 milioni registrata nel 2023. A trainare il risultato hanno contribuito minori ammortamenti e svalutazioni di beni immateriali.

Lo ha reso noto un comunicato della società, che sottolinea come, nell’anno appena concluso, vi sia stata una sostanziale tenuta delle attività: i ricavi netti si attestano a 433,1 milioni di euro, con un calo dell’1,5% rispetto al 2023, seguendo un andamento simile a quello dei ricavi lordi, pari a 479,2 milioni, stabili (-0,4% su base annua).

Alla stabilità del business hanno contribuito i maggiori ricavi da servizi a valore aggiunto, che hanno compensato la diminuzione dei ricavi da servicing di NPL. Nel dettaglio, i ricavi da NPL sono stati pari a 311,2 milioni, in calo del 3,6%, principalmente a causa di minori cessioni acquisite in Grecia. Al contrario, i ricavi non-NPL sono cresciuti del 6,35%, raggiungendo 168 milioni di euro grazie ai servizi a valore aggiunto, e hanno rappresentato il 35% dei ricavi lordi.

Complessivamente, il gruppo ha superato il suo obiettivo annuale di 8 miliardi di euro di nuovo business, raggiungendo circa 10 miliardi di GBV. DoValue – ha sottolineato in un articolo BeBeez – «ha cominciato a cambiare pelle, e lo stesso management, guidato dal CEO Manuela Franchi (con Mirco Briozzo, già AD di Gardant, a guidare il business italiano), ha definito quello appena trascorso come un anno di transizione verso un nuovo assetto. Questo vedrà DoValue focalizzarsi in Italia su asset class, come quelle citate in precedenza, a più alto valore aggiunto. A questo scopo, il gruppo si sta concentrando sui mandati non-NPL, che nel 2024 hanno rappresentato circa il 35% dei flussi primari di GBV, esclusi forward flows e operazioni secondarie. Ciò ha incluso nuovi UTP e prestiti stage 2 in Italia, nonché mandati in asset class granulari e crediti scaduti (appunto gli early arrears) in Spagna, evidenziando la svolta strategica della società verso categorie di attività più diversificate».