Nonostante il difficile contesto economico degli ultimi anni le banche europee hanno limitato l’aumento delle sofferenze grazie anche alle misure di sostegno dei governi. Lo ha detto – scrive MF – la presidente della vigilanza della BCE Claudia Buch in audizione al Parlamento Ue sottolineando che rispetto al 2015, i non-performing loans sono scesi dal 7,5% dei prestiti al 2,3%, mentre il capitale è aumentato dal 12,7 al 15,7 per cento. In ogni caso secondo Buch «non si può essere compiacenti: il contesto macrofinanziario e geopolitico è cambiato in modo significativo. Le banche devono affrontare nuovi rischi e cambiamenti strutturali. Le perdite sui prestiti potrebbero aumentare». In particolare, per quanto riguarda i rischi geopolitici, le banche «devono utilizzare analisi di scenario e considerare le incertezze nella pianificazione patrimoniale». La presidente della Vigilanza Bce ha ricordato che anche per effetto delle pressioni dei supervisori le esposizioni bancarie in Russia si sono ridotte di oltre il 50%. Inoltre, secondo Buch, gli istituti europei dovrebbero usare parte dei profitti ottenuti negli ultimi anni per aumentare la resistenza agli attacchi cibernetici.
Quanto poi alla cornice normativa «i legislatori devono resistere alla tentazione di ammorbidire la regolamentazione delle banche. Una vigilanza e una regolamentazione forti – ha fatto presente Buch – producono un doppio dividendo: le banche meglio capitalizzate sono una fonte di finanziamento più stabile per l’economia reale e sono più competitive».
Buch ha fatto riferimento in particolare alla necessità di introdurre Basilea 3+ in modo «rapido e fedele in tutte le giurisdizioni». In seguito al ritardo degli Usa, l’Ue ha posticipato di un anno (cioè al 2026) la parte della disciplina dedicata alle regole di mercato. Secondo Buch il rinvio in Europa non era necessario perché l’avvio anticipato rispetto agli Usa «non avrebbe fatto perdere terreno» agli istituti Ue in termini di competitività. In ogni caso, ha osservato, le norme di Basilea prevedono «un lungo periodo transitorio».
Per Buch, infine, «è una buona notizia» che la connessione tra banche e governi sia «diminuita» per effetto della riduzione delle esposizioni degli istituti ai bond sovrani. Quanto invece a possibili modifiche alla regolamentazione dei titoli di Stato, l’ex vicepresidente della Bundesbank ha detto: «Non è una materia di mia competenza, ma si potrebbero valutare progressi in quest’area».