La BCE e le banche centrali dell’Eurozona hanno approvato la proposta della Commissione Europea di introdurre stress test sistemici coordinati per banche, assicurazioni, fondi e controparti centrali.
Come ha spiegato Milano Finanza, questi strumenti, definiti dall’Eurosistema come “potenzialmente molto potenti“, mirano a identificare e quantificare i rischi sistemici, superando i limiti degli stress test settoriali rivolti a singoli operatori.
Il settore Nbfi (non-bank financial intermediation), cresciuto significativamente dopo la crisi del 2008, gestisce attualmente EUR 54.000,00 miliardi di attività, pari al 60% del sistema finanziario dell’Eurozona. Raggruppa settori dell’industria finanziaria conosciuti con il termine di “shadow banking”. Tuttavia la sua vulnerabilità in aree come liquidità e leva rappresenta per i regulator un rischio per la stabilità finanziaria. La BCE ha sottolineato l’importanza di rafforzare i requisiti di liquidità, introdurre strumenti macroprudenziali e migliorare l’accesso ai dati per mitigare tali rischi.
L’associazione europea dell’asset management, Efama, ha criticato la consultazione UE, sostenendo che il focus eccessivo sull’asset management sia ingiustificato. Efama ha evidenziato la resilienza del settore grazie al quadro normativo esistente e ha avvertito contro il rischio di applicare al Nbfi regole simili a quelle bancarie, considerando la diversa natura e volatilità dei mercati dei capitali. Nei giorni scorsi anche Insurance Europe, l’associazione degli assicuratori europei, aveva criticato l’inclusione dell’industria delle polizze nella nuova iniziativa regolatoria. Le assicurazioni – ha sostenuto – sono sufficientemente presidiate dalla legislazione prudenziale di Solvency II.