La supervisione bancaria in Europa sui portafogli di crediti deteriorati (Non Performing Exposure, NPE) mostra margini sostanziali di miglioramento ed ora quasi tutti i paesi dell’unione sono del tutto allineati con le disposizioni dell’Eba, l’authority di vigilanza bancaria. Lo sottolinea quest’ultima in una nuovo report dopo quello condotto nel 2022. Il nuovo studio evidenzia miglioramenti nelle pratiche di supervisione delle autorità competenti, che ora applicano pienamente o in gran parte le linee guida dell’EBA sulla gestione delle NPE. Nel 2022 l’Eba aveva riscontrato che 21 autorità di vigilanza, tra cui quella italiana, non risultavano pienamente compliant con le proprie raccomandazioni. Due anni più tardi il quadro mostra una maggiore omogeneità. L’Italia è ora stata promossa a pieni voti come buona parte dei paesi che nel primo report dell’Eba non risultavano del tutto allineati. A giudizio dell’Eba vi sono ormai solo pochi paesi (Slovacchia, Norvegia e Lituania) le cui pratiche sui crediti deteriorati non risultano ancora totalmente conformi alle disposizioni dell’authority europee in aspetti come l’integrazione delle linee guida Eba sul processo di revisione e valutazione prudenziale (Srep) nelle loro metodologie e nella vigilanza sulla gestione dei crediti deteriorati.
In ogni caso l’Eba avverte di non abbassare la guardia e di continuare a monitorare attentamente i portafogli deteriorati del credito. Non sono necessarie ulteriori raccomandazioni, ma è importante rimanere vigili vista la crescita delle NPE rilevata nel rapporto di valutazione del rischio dell’EBA di luglio 2024.