L’NPL ratio delle banche europee è rimasto stabile all’1,88% nel quarto trimestre del 2024, ma si è verificata una divergenza nelle tendenze della qualità degli asset tra i paesi principali e quelli periferici. Lo segnala un report di Scope Ratings, che prevede un modesto deterioramento della qualità degli asset delle banche UE, principalmente dovuto alle crescenti pressioni nel settore corporate. Tuttavia, un peggioramento dell’ambiente operativo globale potrebbe accelerare questo deterioramento, aumentando i rischi di credito per le banche.
I maggiori incrementi trimestrali negli NPL ratio al quarto trimestre del 2024 si sono verificati in Austria, Germania e Paesi Bassi. L’NPL ratio dell’Austria (2,4%) è più alto che in Italia (2,31%), dove il rapporto rimane su un percorso discendente. Anche gli NPL ratio in Spagna, Portogallo, Irlanda e Grecia hanno continuato a diminuire. Per la Grecia, l’indicatore si attesta al 2,9%, ancora superiore alla media UE, ma in rapida convergenza.
Il deterioramento in Austria è stato interamente causato dal settore corporate, che ha visto il suo NPL ratio aumentare di 53 punti base nel quarto trimestre. Gli NPL ratio corporate sono aumentati anche in Danimarca e Germania, sebbene a livello dell’Unione Europea i medesimi indicatori mostrino un miglioramento marginale. La qualità dei prestiti aziendali continua a migliorare in Francia, Spagna e Italia.
A livello settoriale, si nota un certo deterioramento nel settore immobiliare e manifatturiero, che insieme rappresentano la quota maggiore del portafoglio di prestiti aziendali UE aggregato, pari a circa il 40% per le banche del campione dell’EBA, l’authority bancaria europea. La qualità degli asset nel settore immobiliare all’interno del portafoglio di prestiti aziendali si è leggermente deteriorata nel quarto trimestre, con un NPL ratio aggregato del 2,8%.
Il segmento delle famiglie sta ancora andando bene. Nell’ultimo trimestre del 2024 ha mostrato un certo deterioramento nei Paesi Bassi, sebbene l’NPL ratio si attesti ancora su un confortevole 1,2%. I medesimi indicatori per le famiglie sono invece in calo in Austria, Italia e Spagna.