Famiglie italiane in difficoltà: i dati del Rapporto Eurispes Italia 2024

Oltre la metà della popolazione, il 57,4%, continua a lottare per arrivare a fine mese

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Gli italiani faticano ad arrivare a fine mese: il 57,4% della popolazione è in grossa difficoltà per le troppe spese. Lo rivela il Rapporto Italia 2024 dell’Eurispes, giunto alla sua trentaseiesima edizione. Soprattutto le bollette (33,1%), l’affitto (45,5%) e le rate del mutuo (32,1%) sono un problema per molte famiglie. D’altronde, i prezzi dei beni di consumo sono in aumento secondo il giudizio dell’83% degli italiani, la metà dei quali (55,5%) ritiene che la situazione economica del Paese abbia subìto un peggioramento nel corso dell’ultimo anno. Questo andamento costringe a trovare degli escamotage per far quadrare i conti.

La famiglia resta un supporto

Nonostante il panorama economico italiano mostri segni di miglioramento (comparando i risultati con le precedenti rilevazioni dell’istituto emerge, rispetto allo scorso anno, un lieve miglioramento di alcuni indicatori) tanti nuclei riescono a gestire a fatica il proprio bilancio. Per far fronte alle troppe spese la vera rete di welfare più affidabile si conferma quella familiare. Si chiede aiuto soprattutto alla famiglia d’origine (32,1%) e si usa molto l’acquisto a rate (42,7%), si pagano in nero alcuni servizi come ripetizioni e la tata per i bimbi (33,6%).

Immersi nelle difficoltà economiche alcuni fanno persino ricorsi al sostegno di amici, colleghi e altri parenti (17,2%); il 16% ha richiesto un prestito in banca, mentre il 13,6% ha dovuto chiedere soldi in prestito a privati (non amici o parenti) con il pericolo di scivolare nelle maglie dell’usura. Poco più di uno su quattro riesce a risparmiare (28,3%), il 36,8% attinge ai risparmi per arrivare a fine mese.

Si rinuncia alla salute

Si cerca di stringere la cinghia in tutti i modi, anche ricorrendo agli acquisti online (27,5%) e si compra molto a rate (42,7%). Quando è impossibile spendere si comincia fare rinunce. Il 37,6% degli italiani ha dovuto fare a meno della baby sitter e il 24,3% alla badante. Il 15,3% ha dovuto vendere o ha perso beni come la casa o l’attività commerciale/imprenditoriale. Il dato più allarmante tuttavia è quello che riguarda la salute: quasi 3 italiani su 10 – secondo lo studio – fanno a meno di cure e interventi dentistici o controlli medici perché non possono permetterselo. Si fa a meno di visite specialistiche per disturbi o patologie specifiche (23,1%), a terapie/interventi medici (17,3%), all’acquisto di medicinali (15,9%).

L’idea del quoziente familiare alla francese

“Come istituto – si legge in una nota Eurispes – continuiamo a caldeggiare da vent’anni l’introduzione del quoziente familiare come sostegno al reddito delle famiglie italiane che favorirebbe una riduzione delle tasse. Introdurre anche in Italia il quoziente familiare secondo il modello francese potrebbe senz’altro comportare per le famiglie un risparmio medio annuo di imposta, che andrebbe ad aumentare al crescere del reddito e del numero dei componenti delle famiglie. I vantaggi sono assicurati dal fatto che le aliquote progressive verrebbero applicate sul reddito medio pro capite (per definizione inferiore) e non sul reddito di ogni componente familiare”.