Fitch Ratings ha declassato Intrum. Il giudizio dell’agenzia riguarda in particolare il Long-Term Issuer Default Rating (IDR) e il rating del debito senior non garantito, che scendono di livello da ‘CCC’ a ‘CC’. Il declassamento – si legge in una nota di Fitch – riflette l’aumento del rischio di ristrutturazione delle attuali emissioni obbligazionarie, viste come uno scambio di debito in difficoltà (DDE). La decisione fa seguito all’annuncio di Intrum di aver stipulato un accordo di lock-up vincolante con la maggioranza dei suoi obbligazionisti. Fitch declasserebbe l’IDR a lungo termine a ‘C’ all’annuncio di una proposta di scambio di debito e a ‘RD’ (Restricted Default) al suo completamento.
Si teme un default
Inoltre la società potrebbe star andando incontro ad un fallimento. Intrum ha rimborsato la sua obbligazione da 469 milioni di euro in scadenza il 15 luglio 2024, si legge tra le ragioni di Fitch. Tuttavia, potrebbe essere probabile un imminente default di qualche tipo, “poiché l’elevato indebitamento combinato con l’accesso limitato ai mercati dei capitali di debito e la proposta di ristrutturazione del debito, comporteranno una riduzione significativa dei termini per i creditori” che l’agenzia considera come DDE.
L’annuncio di una transazione di ristrutturazione del debito che Fitch classificherebbe come un DDE porterebbe a un declassamento dell’IDR a lungo termine di Intrum a ‘C’. Al completamento della transazione, Fitch declasserebbe l’IDR a lungo termine a ‘RD’ (Restricted Default) e successivamente rivaluterebbe la società. Intrum, infine, ha un punteggio di rilevanza ESG di ‘4’ per la trasparenza finanziaria, tenuto conto dell’importanza della modellazione interna per le valutazioni del portafoglio e delle metriche associate come le collezioni residue stimate. Tuttavia, essendo una caratteristica del settore dell’acquisto di debito nel suo complesso, ciò ha un impatto negativo, anche se di poco, sul profilo di credito di Intrum ed è rilevante per il rating insieme ad altri fattori.