FMI: rischi in aumento per la stabilità finanziaria

Pubblicato il Financial Stability Report 2025 del Fondo Monetario Internazionale

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I rischi per la stabilità finanziaria globale «sono aumentati significativamente, principalmente a causa dell’inasprimento delle condizioni finanziarie globali». L’allarme giunge dal Global Financial Stability Report del Fondo Monetario Internazionale (FMI), pubblicato in occasione delle riunioni di primavera a Washington.

Con valutazioni ancora «elevate in alcuni segmenti chiave dei mercati azionari e delle obbligazioni societarie», c’è ancora spazio per ulteriori correzioni al ribasso, dopo quelle che hanno già scosso le borse, anche in seguito alle misure protezionistiche adottate dal presidente Usa, Donald Trump. I mercati sono stati i primi a risentire dell’effetto dazi, con la muraglia tariffaria eretta attorno alla prima economia al mondo.

I rischi per la stabilità finanziaria globale sono aumentati, sottolinea l’FMI, in gran parte a causa dell’incertezza sulla politica commerciale della Casa Bianca. È interessante notare che, da quando è iniziata la «guerra dei dazi», il peggioramento dell’Indice delle Condizioni Finanziarie – un indicatore elaborato dal FMI per rilevare la valutazione del rischio, incorporando diversi indicatori di prezzo, inclusi i prezzi reali delle abitazioni – mostra un peggioramento soprattutto per Stati Uniti ed Europa, ma non per la Cina, che è al centro degli strali della Casa Bianca.

Oltre al livello ancora elevato delle valutazioni dei mercati, il report evidenzia altri due fattori critici: la volatilità potrebbe mettere sotto pressione alcune istituzioni finanziarie ad alta leva, come i fondi speculativi, che possono intensificare le vendite; l’instabilità potrebbe poi coinvolgere i bond sovrani, mettendo in difficoltà soprattutto i Paesi con alti livelli di debito.

In conferenza stampa, il direttore del Dipartimento Mercati Monetari e dei Capitali del Fondo, Tobias Adrian, rispondendo a una domanda dei giornalisti – ha riferito Il Sole 24 Ore – ha difeso l’indipendenza delle banche centrali. «L’indipendenza delle banche centrali è tra gli elementi fondamentali, affinché possano raggiungere i loro obiettivi di stabilità dei prezzi e di stabilità finanziaria».

Un messaggio analogo a quello del capoeconomista dell’FMI, Pierre-Olivier Gourinchas: «La cosa fondamentale è assicurarsi che le aspettative di inflazione rimangano ancorate e che tutti restino convinti che le banche centrali faranno il necessario per riportare l’inflazione sotto controllo», ha detto ieri nella conferenza stampa di presentazione del World Economic Outlook. «Le banche centrali devono rimanere credibili e parte della credibilità si basa sulla loro indipendenza». Preservarla è «molto importante», ha aggiunto.