Gb: le principali banche inglesi potrebbero evitare intervento governo in caso di fallimento

Lo sostiene la Bank of England (Boe) in una valutazione dei loro piani di crisi, in cui evidenzia come tutte le banche abbiano compiuto "progressi significativi" nel migliorare i loro preparativi per una eventuale crisi.

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City of London (Photo by Olga Lioncat)

Le maggiori banche britanniche potrebbero rimanere aperte senza bisogno di un intervento del governo in caso di fallimento. Lo sostiene la Bank of England (Boe) in una valutazione dei loro piani di crisi. Otto grandi banche e società edilizie sono state valutate in base alla loro cosiddetta “risolvibilità“, ossia la capacità di gestire in modo sicuro un fallimento senza gravi ripercussioni sull’economia britannica. Questo fa parte dell’attenzione post-crisi finanziaria per garantire che i contribuenti non paghino il conto dei fallimenti bancari.

La Boe – scrive AdnKronos – ha riscontrato che tutte le banche hanno compiuto “progressi significativi” nel migliorare i loro preparativi per una crisi. Ciò significa che “potrebbero rimanere aperte e continuare a fornire servizi bancari senza usufruire di fondi pubblici nel sostenere i costi di un fallimento”, si legge nel rapporto. Durante la crisi finanziaria globale di circa 15 anni fa, NatWest, ex Royal Bank of Scotland, è stata salvata dal governo per miliardi di sterline.

Il governo è intervenuto anche per acquisire una quota significativa di Lloyds, che da allora è tornata completamente di proprietà pubblica. La banca centrale ha dichiarato che il settore bancario si trova ora in una situazione migliore rispetto alla crisi finanziaria del 2007-2008. La Nationwide Building Society, la NatWest e la Santander UK sono risultate prive di problemi sostanziali, ovvero di lacune identificabili nei loro piani per far fronte a un ipotetico fallimento.