C’è la stagnazione nel futuro prossimo della Germania. Il Kiel Institute – scrive Il Sole 24 Ore – aveva già previsto una nuova contrazione del Pil tedesco per il 2024, dopo quella del 2023. E ieri, l’istituto Ifo ha abbassato a zero le stime di crescita per quest’anno (dallo 0,4% indicato a giugno) e tagliato allo 0,9% quelle per il 2025 (rispetto all’1,5%).
Il segno meno davanti al Pil è già apparso nel secondo trimestre del 2024: con investimenti e spesa per i consumi al palo, la flessione è stata dello 0,1% rispetto ai primi tre mesi dell’anno, quando si era già registrata una crescita anemica, ferma allo 0,2%.
«L’economia tedesca è bloccata e langue nella depressione, mentre altri Paesi sono in ripresa», ha affermato Timo Wollmershäuser, responsabile delle previsioni dell’istituto Ifo. «La crisi – ha spiegato – è strutturale. Gli investimenti sono troppo scarsi, soprattutto nel settore manifatturiero, e la produttività è stagnante da anni».
La produzione dell’industria manifatturiera subirà una contrazione del 2%, con un crollo degli investimenti nel settore. «La decarbonizzazione, la digitalizzazione, il trend demografico, la pandemia di coronavirus, lo shock dei prezzi energetici e il ruolo della Cina nell’economia globale mettono sotto pressione modelli di business consolidati e costringono le aziende ad adeguare le proprie strutture produttive», ha affermato Wollmershäuser.
In un contesto di rapido invecchiamento della popolazione «lo spostamento dal settore manifatturiero a quello dei servizi, spiega in gran parte il rallentamento della produttività degli ultimi anni», aggiunge l’Ifo. Un impatto negativo, quest’anno, arriva anche dall’edilizia, la cui produzione dovrebbe ridursi del 3,1%.
Vengono al pettine i nodi irrisolti dell’economia tedesca, compreso l’alto tasso di risparmio, ora pari all’11,3%, significativamente superiore alla media decennale del 10,1% prima della pandemia di Coronavirus. «L’aumento del potere d’acquisto non porta a un aumento dei consumi, ma a un aumento dei risparmi perché la gente è insicura», spiega Wollmershäuser. La gelata è almeno accompagnata dal calo dell’inflazione, che l’Ifo vede scendere dalla media del 5,9% dello scorso anno, al 2,2% del 2024 e al 2% l’anno prossimo.