I commissariamenti infiniti: 385 imprese ancora in liquidazione

Il quadro è ipertrofico. Sommando i due diversi istituti giuridici (la legge Prodi bis nel 1999 e il decreto Marzano a fine 2023) le procedure aperte relativamente ai gruppi societari sono 168 (137 con la Prodi bis e 31 con la Marzano). Le singole società ammesse sono state finora 635, ma a colpire sono le 385 società che risultano ancora in fase di liquidazione

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Sono anni che i governi, di qualsiasi estrazione politica, professano l’intenzione di riformare le procedure di amministrazione straordinaria che tengono in vita decine e decine di imprese decotte e garantiscono lauti compensi a decine e decine di professionisti nella veste di commissari.

Il quadro però – riferisce il Sole 24 Ore citando l’ultimo aggiornamento del ministero delle Imprese e del made in Italy – è ancora ipertrofico, con molti casi di procedure che appaiono infinite, iniziate quando le rispettive leggi di riferimento erano entrate in vigore – la legge Prodi bis nel 1999 (Dlgs 270) e il decreto Marzano a fine 2023 (Dl 347) – e ancora oggi sono aperte.

Sommando i due diversi istituti giuridici, le procedure fin qui aperte – relative a gruppi societari – sono 168 (137 con la Prodi bis e 31 con la Marzano). Le singole società ammesse sono state finora 635 (rispettivamente 365 e 270). Ma ciò che colpisce è soprattutto il numero delle società che risultano ancora in fase di liquidazione, 385 di cui 234 in virtù della Prodi bis e 151 sulla base del decreto Marzano. In pratica, oltre il 60 per cento del totale. La procedura si è chiusa invece per 71 società nel primo caso e 87 nel secondo. I fallimenti sono, rispettivamente, 55 e 1. Di contro, le società che risultano in esercizio di impresa sono solo cinque con la Prodi bis e 31 con la Marzano. Si tratta di imprese riconducibili a dieci gruppi. I più noti sono Ilva e Acciaierie d’Italia (nota a sua volta come ex Ilva), commissariate con la Marzano così come Piaggio Aero Industries, Blutec, Condotte d’Acqua. E poi, in base alla Prodi bis, anche Abramo, Istituto di vigilanza ANCR, Fimer e Work Service, La Perla.

Le tabelle del ministero consentono di ricostruire anche una statistica delle amministrazioni più lunghe, quelle che sembrano non vedere mai il traguardo. Su 137 procedure di gruppi aziendali della Prodi bis, 36 sono in corso da almeno 20 anni, 87 da almeno 15 anni e 115 da almeno 10 anni. La velocità di esecuzione non sembra molto diversa nel caso del decreto Marzano. Qui, su 31 procedure di gruppi di impresa, 12 si trascinano da almeno 15 anni e 21 da almeno dieci anni. Un posto nella storia se lo sono guadagnate la vicenda Parmalat, con quattro società su 70 che risultano in amministrazione straordinaria dopo 21 anni, e Bongioanni con 14 su 21 dopo 24 anni. E va da sé che ne derivino, spesso, incarichi pluriennali per i commissari straordinari. Al netto di quelli plurimi – professionisti che gestiscono contemporaneamente più di una procedura – l’ultimo resoconto del ministero segnala ancora in corso complessivamente, tra i due istituti, 255 incarichi.

Proprio il caso dell’azienda di lingerie La Perla, tra i più recenti esempi di un marchio made in Italy che scivola inesorabilmente verso l’amministrazione straordinaria, ha riaperto il dibattito su possibili modifiche legislative. Alcuni parziali interventi, in verità, sono stati introdotti nel Dl sulle procedure di amministrazione straordinaria per le imprese a carattere strategico – quello varato d’urgenza per salvare l’ex Ilva nel pieno dello scontro con ArcelorMittal – ma appaiono per ora ritocchi non risolutivi. Il decreto legge ha stabilito tra l’altro che, nei casi di programma di cessione dei complessi aziendali interamente portato a termine nei tempi, il commissario straordinario possa chiedere al tribunale la conversione dell’amministrazione straordinaria in liquidazione giudiziale o, per le start-up innovative, in liquidazione controllata.