La fiammata dei tassi d’interesse decisa dalla Bce a partire dal 2022 per combattere l’inflazione aveva fatto schizzare le rate dei mutui variabili anche dell’80 per cento. Ora che la situazione sembra essersi normalizzata, con Francoforte che ha innestato la retromarcia sul costo del denaro è iniziato il percorso inverso. Sono tanti i proprietari di casa – segnala un articolo di MF – a caccia di un mutuo più conveniente, riaccendendo la corsa alle surroghe. È quello strumento che permette di abbassare l’importo della rata e risparmiare, scegliendo un mutuo a condizioni più convenienti presso un’altra banca. Introdotta nel 2007 con la Legge Bersani, la surroga non estingue il mutuo precedentemente acceso, ma consente di modificare senza alcun costo certi parametri legati al contratto, come la durata, l’importo della rata, i tassi d’interesse e lo spread. La vecchia ipoteca sul mutuo non viene cancellata o estinta, ma semplicemente sostituita con il subentro della nuova banca, che si farà carico dei costi di trasferimento e delle spese notarili. La surroga del mutuo è a costo zero per il mutuatario. La durata media di un processo di surroga è di 60-90 giorni.
Questa premessa ben spiega perchè sia in corso un’autentica impennata di richieste che ha sfiorato nel primo semestre dell’anno il 60% (su base annua), passando da 265,4 milioni di euro a 423 milioni di finanziamenti erogati. È il segnale di una ripresa del settore e del ritorno della competizione tra le banche. L’analisi emerge dal report del Centro studi di Unimpresa. È sempre il Nord Italia a trainare la ripresa del mercato delle surroghe. Dati che trovano conforto anche nel numero dei nuovi mutui, saliti del 14,9% rispetto allo stesso periodo del 2023: da 10,5 miliardi a 11,3 miliardi.
Il Nordovest è il motore principale, con un incremento del 18,7% per 4,1 miliardi, e in particolare la Lombardia segna un aumento di oltre 600 milioni. Ma anche il Centro e il Nordest mostrano segnali di vitalità. Va meno bene in alcune regioni del Sud, come Molise e Basilicata che sono in negativo. Tuttavia, nonostante le surroghe e, più in generale, i nuovi mutui per la casa siano cresciuti di quasi il 15% (in aumento di oltre 700 milioni), lo stock degli impieghi delle banche per questa destinazione è sceso di quasi l’1% con una diminuzione di 3,6 miliardi. Questa flessione è particolarmente evidente a Nordovest e nel Centro Italia, con cali rispettivamente dell’1,1% e dell’1%. Andando più nel dettaglio delle regioni, la Lombardia guida il mercato dei mutui con un totale di 103,8 miliardi, nonostante la leggera flessione dello 0,6%, mentre il Lazio conferma la sua posizione nel Centro Italia con 55,8 miliardi, in calo dell’1,4%. Altre regioni, tra cui il Molise e la Valle d’Aosta, registrano le contrazioni più forti in termini percentuali, rispettivamente del -2,2% e -2,4%. Da segnalare infine il significativo andamento del Trentino-Alto Adige (+240%) e della Liguria (+108,3%).