illimity Sgr: 500 mln di asset a supporto alle Pmi per crescere

Tondelli: “molto buone” le performance, plusvalenze già manifestate

0
48

illimity Sgr chiude il 2024 con oltre mezzo miliardo di asset under management, con i suoi fondi dedicati al rilancio e alla crescita delle Pmi e agli investimenti in crediti deteriorati garantiti da beni immobiliari. L’obiettivo – riferisce Askanews – è «costruire valore per tutti gli stakeholder», ha spiegato Paola Tondelli, managing director di illimity Sgr che promuove l’incontro con le banche che cedono i loro crediti in cambio di quote degli stessi fondi.

«In illimity Sgr abbiamo due fondi che hanno come focus linvestimento in crediti deteriorati, quindi aziende in difficoltà. I fondi sono due: uno si concentra su aziende corporate industriali, Icct, e laltro che si occupa di real estate, crediti garantiti da asset immobiliari. Noi compriamo i crediti dalle banche e le banche le paghiamo con lattribuzione delle quote dei fondi. Quindi le banche diventano nostri quotisti, a noi interessa che questi fondi siano gestiti nei migliori dei modi. E sono anche gli stessi soggetti a cui ci rivolgiamo per individuare le aziende target sulle quali investire».

Solo per il rilancio delle pmi il fondo Icct ha asset in gestione per 280 milioni di euro. Tra le operazioni chiave del 2024 quella in Noberasco che ha portato illimity Sgr ad affiancare la famiglia fondatrice tra gli azionisti con uno dei suoi fondi. «Un approccio caratterizzato dalla ricerca di soluzioni equilibrate che piace alle banche», sottolinea Tondelli.

«Le performance dei fondi sono molto buone: noi investiamo in crediti deteriorati dove chi cede il credito si aspetta di recuperare il valore che ha ceduto, noi soprattutto con Icct stiamo dando delle performance in linea con il piano e le stiamo superando: stiamo facendo distribuzioni ai quotisti superiori rispetto al business plan e poi abbiamo una serie di plusvalenze che si sono già manifestate». Il focus è sul supporto al made in Italy, con i fondi che sono «fortemente diversificati», chiosa Tondelli, «per permettere alle banche di distribuire il rischio delloperazione su più settori».