Insider: Amco avvia il progetto Mambo

L’obiettivo sarebbe quello di individuare una strategia che ottimizzi la gestione delle posizioni, prendendo in esame la cessione in blocco, il cambio di servicer o l'internalizzazione dell’attività di recupero.

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Andrea Munari, amministratore delegato Amco

Amco avvia il progetto Mambo (per il momento piuttosto misterioso) per ristrutturare l’attivo e il processo di gestione dei crediti deteriorati.  Secondo un’indiscrezione raccolta da MF la società intenderebbe mettere sotto la lente una tranche significativa del portafoglio crediti, per un importo di circa mezzo miliardo. L’obiettivo sarebbe quello di individuare una strategia che ottimizzi la gestione delle posizioni, prendendo in esame la cessione in blocco, il cambio di servicer o l’internalizzazione dell’attività di recupero. Amco avrebbe già iniziato a discutere con diversi interlocutori tra cui società di consulenza, investitori e gestori. Sulle agende non è ancora segnata una scadenza ma novità importanti potrebbero emergere nelle prossime settimane.

Il giornale ha riepilogato la storia della società dall’attivismo degli anni passati in cui ha acquisito portafogli importanti di Npl in arrivo da numerose banche al cambio di rotta giunto con l’arrivo al vertice di Andrea Munari. A fine 2023, dopo un esame condotto con l’ausilio dell’advisor Oliver Wyman, Amco ha stretto le maglie dei parametri di valutazione dell’attivo. Gli interventi hanno riguardato principalmente le posizioni non garantite (unsecured) e hanno determinato nel bilancio dello scorso anno rettifiche per 523 milioni. Nel dettaglio la società ha rivisto il modello cosiddetto loss given default, che misura la capacità di recuperare il credito sulla base del track record dell’intermediario.

Amco ha deciso di tenere conto di una serie di variabili di mercato tra cui tassi in interesse, inflazione e rallentamento del mercato immobiliare, tutti elementi che sono andati a incidere sulla valutazione del portafoglio. Non solo. In base agli obiettivi del nuovo piano al 2028 il management punta a snellire la società, con masse in gestione previste in calo a 32,3 miliardi al 2026 e a 28,5 miliardi al 2028. Con un modello capital light Amco non emetterà nuovo debito, azzererà il debito finanziario e libererà capitale.

I primi risultati della nuova strategia si sono visti in semestrale. La controllata del Tesoro ha visto scendere i propri asset under management del 7% anno su anno a 33,5 miliardi. In termini di conto economico l’utile netto si è attestato a 23,2 milioni, in aumento del 5% rispetto ai 22,1 milioni del primo semestre 2023 per minori rettifiche di valore sui crediti e per effetto della riduzione del debito. L’ebitda si è attestato a 121 milioni (rispetto a 160,5 milioni del primo semestre 2023) con una dinamica che riflette il calo dei ricavi per la riduzione dei volumi on-balance. L’ebitda margin è al 55,3 per cento.