Intrum verso la ripresa: ma nel secondo trimestre gli utili sono inferiori alle attese

La società diffonde i progressi realizzati negli ultimi mesi. Gli indicatori finanziari riportano una crescita

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Il più grande gestore di crediti in sofferenza in Europa sta affrontando un momento di difficoltà finanziaria, ma gli sforzi per risollevarsi dalla crisi sembrano giungere, in parte, a buon fine. In questi giorni la società ha rilasciato una nota in cui dichiara di aver registrato “un solido secondo trimestre nei servizi e negli investimenti” con “continui progressi nel miglioramento del profilo finanziario, una continua crescita e sviluppo dei margini nel Servicing e da progressi significativi nella transizione verso un modello di business a basso consumo di capitale”.

La società in realtà ha riportato utili operativi inferiori alle attese per il secondo trimestre. Tuttavia il margine di profitto nel suo segmento di servicing (un’area di business chiave poiché Intrum punta a crescere nei guadagni derivanti dalla riscossione dei debiti dovuti da altri) è stato del 19% nel trimestre, sopra il 16% previsto dagli analisti e anche superiore al margine del 16% di un anno fa. Il suo utile operativo rettificato è sceso del 15% a 1,25 miliardi di corone svedesi (118,47 milioni di dollari) da 1,47 miliardi di corone un anno fa. Questo ha deluso le aspettative degli analisti, secondo un sondaggio fornito dalla società.

Nonostante Fitch Ratings l’abbia declassata al livello ‘CC’ e teme un suo imminente default di qualche tipo, il gruppo spera in un rilancio. Le azioni di Intrum hanno subito un calo del 45% dall’inizio dell’anno, con le preoccupazioni degli investitori che aumentano riguardo il debito del gestore di crediti deteriorati, che ammontava a 49 miliardi di corone alla fine di giugno.

Cosa è accaduto nel periodo aprile-giugno

In particolare la società fa sapere che il suo reddito è in aumento del 6% rispetto al secondo trimestre del 2023, trainato dal segmento “Servizi” in tutte le regioni di attività. Anche l’EBIT del trimestre è aumentato a 1.024 milioni di corone svedesi rispetto a 704 milioni di corone svedesi nel secondo trimestre del 2023, grazie all’aumento dei proventi nel segmento Investimenti.

Nonostante i costi siano aumentati a 3.652 milioni di corone svedesi rispetto a 3.568 milioni di corone svedesi nel secondo trimestre del 2023, a causa dell’inflazione ma anche delle varie operazioni di fusione realizzate, ciò è compensato da un maggiore efficienza operativa. I progressi – secondo quanto fa sapere il gruppo – riguardano diverse iniziative strategiche.

Gli indicatori finanziari riportano una crescita del reddito dei servizi esterni del 10%, la performance degli incassi ha superato le previsioni attive del 102% e le previsioni di sottoscrizione originali del 116%. I nuovi investimenti di portafoglio ammontano a 425 milioni di corone svedesi con un valore contabile degli investimenti, escluse le rivalutazioni, di 26 miliardi di corone svedesi e liquidità disponibile alla fine del trimestre per 10,5 miliardi di corone svedesi.

La strategia attuata

Negli ultimi mesi Intrum ha affrontato la crisi in corso con una serie di misure. Anzitutto ha chiuso una vendita di asset a Cerberus con proventi di 7,2 miliardi di corone svedesi, anziché 8,2 miliardi come previsto. Il ricavo inferiore alle aspettative (si tratta di circa 633,6 milioni di euro) sarà usato per ridurre il debito.

Inoltre ha firmato un term sheet, cioè un accordo preliminare, con Cerberus Capital Management per investimenti futuri in portafogli di prestiti in sofferenza. Lo scopo è accrescere l’attività di investimento senza aumentare il proprio debito, fornendo ricavi da servizi e dalla gestione di portafogli, in linea con la sua strategia di “capital-light”.

Inoltre Intrum ha stipulato un accordo di lock-up vincolante con gli obbligazionisti per una ricapitalizzazione completa.

Le speranze per il futuro

“Il secondo trimestre è stato caratterizzato da progressi continui nel migliorare il nostro profilo finanziario – ha affermato il ceo Andres Rubio – dallo sviluppo continuo del margine nel Servicing, e dai progressi nella nostra transizione verso un modello di business leggero in termini di capitale”.

Intrum è presente in 20 mercati europei tra cui l’Italia, con Intrum Italy, società di servizi del credito partecipata al 49% da Intesa Sanpaolo e controllata da Intrum group per il 51%. Nel 2023 i suoi ricavi sono stati di 1,80 miliardi di euro. Ha sede a Stoccolma e il suo titolo è quotato al Nasdaq di Stoccolma.