La finanza nell’infosfera: opportunità e rischi per banche e regulator

L'evoluzione in corso della finanza digitale sta creando un ambiente nuovo per intermediari e regulator. L'analisi di Rainer Masera, ex banchiere centrale, con esperienza al vertice d'importanti gruppi creditizi

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Rainer Masera, banchiere e accademico

L’epidemia Covid-19 ha accelerato la trasformazione digitale dei sistemi economici. I processi hanno interessato la società in generale e segnatamente il capitale umano. Le nuove tecnologie sono state utilizzate non solo dalle grandi imprese più innovative; le sfide competitive hanno richiesto un rapido adeguamento anche nel livello di digitalizzazione delle imprese medie e piccole. Corrispettivo di questi fenomeni si sta manifestando nelle imprese bancarie e finanziarie. L’innovazione digitale nel banking investe le modalità operative, il personale e le infrastrutture fisiche. Assume caratteristiche di processo Schumpeteriano di potenziale distruzione creativa. Incide su modalità e processi fondamentali dei sistemi economici: la moneta, il credito, i prezzi. Ha implicazioni dirette per le stesse banche centrali e per la regolazione finanziaria.

“Il cosiddetto ‘blockchain trilemma’ che sottolinea la difficoltà di riconciliare le caratteristiche fondamentali della piattaforma (decentralizzazione, scalabilità e sicurezza), non è ancora stato risolto

L’innovazione digitale nel banking investe le modalità operative, il personale e le infrastrutture fisiche. Ha implicazioni dirette per le stesse banche centrali e per la regolazione finanziaria.

La corrispondente rivoluzione dell’Universo Crypto

I fenomeni sopra indicati s’intersecano con i modelli d’innovazione connessi al “sistema crypto” e all’InfoSfera. Concorrono alle manifestazioni di Global Uncertainty, che si sovrappongono agli schemi delle probabilità generalmente misurabili. Implicano cambiamenti radicali nei modelli di statistica e di ricerca.

Le innovazioni nelle tecnologie a registri distribuiti decentralizzate (di cui la blockchain di Bitcoin è la piattaforma più nota) rappresentano un significativo avanzamento per i pagamenti interni e internazionali, sospinto dalle inefficienze dell’attuale sistema. Il cosiddetto blockchain trilemma, che sottolinea la difficoltà di riconciliare le caratteristiche fondamentali della piattaforma (decentralizzazione, scalabilità e sicurezza), non è stato ancora risolto. Esaltare le Stable Coins e la Bitcoin, come avevano fatto non solo gli operatori dei nuovi mercati, ma – imprudentemente – anche talune autorità monetarie, è stato ed è un errore fondamentale.

Altrettanto discutibile è, oggi, l’approccio di critica apodittica che spesso si manifesta: “Cryptocurrencies are worth nothing…They are based on nothing…There is no underlying asset to act as an anchor of safety” (Lagarde).

La brevità di questa nota induce a concentrarsi sulle sfide esistenziali che oggi si manifestano per le banche. Le cryptocurrencies (CC) non soddisfano le condizioni per essere definite come moneta; sono la componente fondamentale del più ampio sistema dei cryptoassets (CA). Le Stable Coins sono collegate con meccanismi algoritmici, o con strumenti di collateralizzazione, alle Fiat Currencies; i nessi sono incerti e non affidabili. Le CC, prive di adeguata regolamentazione, possono rappresentare un rischio finanziario sistemico, come hanno mostrato il Presidente della Consob Paolo Savona e il Direttore della SEC Gary Gensler. Si sta infine aprendo il mondo delle Digital Central Bank Currencies (DCBC), già operativo in Cina con il digital Yuan. CC e CA sono a loro volta una compnente della cosiddetta InfoSfera (IS): un dominio vasto che comprende dati, conoscenza, sistemi crypto e cyber, artificial intelligence. All’interno dell’InfoSfera si entra nel CyberSpace, dove operano complessi sistemi adattivi, digitali e umani.

Al centro del CyberSpace troviamo la CyberTriad, che comprende il capitale umano, quello infrastrutturale e i sistemi operativi. La CyberTriad ha modalità e componenti interattivi e interdipendenti. I sistemi delineati rappresentano Game Changers globali sotto il profilo scientifico e geopolitico. Difesa (e offesa) sono condizionate dal controllo dell’IS. L’invasione da parte della Russia dell’Ucraina e le risposte della Nato ne sono una, seppur parziale, dimostrazione.

Le nuove frontiere dell’Open Banking (OB)

Per OB si intende la condivisione dei dati tra i diversi operatori-tradizionali e innovativi, in concorrenza e in collaborazione del sistema bancario. L’OB poggia in Europa sulla Payments Services Directive 2 e sull’accordo di regolamento sulle cryptoattività MICA: due buone basi di riferimento.

“Con la moneta digitale le banche sono di fronte al doomsday risk, il rischio del ‘giorno del giudizio’ e subiscono la concorrenza di nuovi intermediari”

■ Banking-as-a-Service (BaaS) disciplina la condivisione dei principali servizi delle banche con partner esterni, creando catene di valore digitali fortemente innovative.

Su autorizzazione dei clienti le banche aprono i software Application Programme Interface (API) a società del Fintech e ad altri operatori specializzati lungo l’intera filiera di riferimento, adottando logiche di competizione e/o di collaborazione. L’OB si articola su tre sottoinsiemi con aree di sovrapposizione:

■ Banking-as-a-Platform (BaaP) si riferisce alle modalità in base alle quali le banche operano come “ospiti”, consentendo ai nuovi players (Third Party Providers – TPPs) di offrire i propri prodotti (e servizi) ai clienti delle banche.

■ I due principali business models sopra indicati rientrano in un sistema più vasto con contorni in continua evoluzione: l’Embedded Finance (EF). Con questo termine si connota l’integrazione dei servizi finanziari tradizionalmente offerti tramite una banca attraverso un operatore non finanziario: Embedded lending e Embedded insurance sono importanti esempi. Gli Embedded payments/digital wallets utilizzano di norma tecnologie cyber/crypto.

■ L’EF è collegata strettamente con la tecnologia delle digital currencies (DC). In particolare, la Decentralized Finance (DeFi) utilizza applicazioni di norma basate su protocollo Blockchain. Si (ri)entra per questa strada nella problematica complessa e articolata del cyber risk per gli intermediari bancari.

I principali fattori di rischio dell’Open Banking

■ L’enorme ampliamento del dominio digitale delle attività bancarie implica vulnerabilità sia nelle infrastrutture fisiche, sia in quelle umane.

■ Si moltiplicano i rischi connessi alla integrità di prodotti e processi; l’espansione del lavoro in remoto crea inevitabili difficoltà di assicurare firewalls sicuri.

■ La dilatazione dei domini crypto/IS comporta manifestazioni non compiutamente analizzate e regolate, anche con riferimento a fenomeni geopolitici.

Il Doomsday risk

Si presenta da ultimo il cosiddetto “Doomsday risk” per le banche: le DC possono spiazzare, al limite sostituire, gli intermediari tradizionali nei processi di creazione del credito e dei depositi. Il rischio si può biforcare. In primo luogo, può manifestarsi con le CC “di mercato”, se non adeguatamente regolate. Potrebbe anche risultare come effetto collaterale delle stesse DCBC. In un mondo di Global Uncertainty lo scenario di aprire un “vaso di Pandora” non può essere escluso. Anche per questo motivo le banche centrali (e in particolare la ECB per la caratteristica di “moneta senza stato” dell’euro) stanno attentamente studiando, analiticamente e operativamente, i vantaggi, le potenzialità e le implicazioni di una nuova moneta di banca centrale con, o anche senza, la tecnologia distributed ledger.

La ECB ha affidato il compito fondamentale di definire un percorso comune nell’UE per la creazione dell’euro digitale al membro del CE Fabio Panetta, affiancandogli strutture interne e un advisory group di grande competenza.