Per noi “boomers” la Banca è un’istituzione ed è assolutamente un’entità “fisica”. Nei ricordi d’infanzia c’è quella cassettina di metallo con serratura a chiave che le due banche locali veronesi, in competizione tra loro, donavano a noi bambini delle elementari, spartendosi le classi. E in quel contenitore chiuso e solido, embrionale cassaforte, noi inserivamo le mance, imboccando la strada per diventare adulti responsabili e bravi risparmiatori. Il momento topico arrivava mesi dopo, quando ci si recava in Banca, il cassiere apriva la serratura, estraeva il denaro e, dopo averlo contato, registrava l’operazione di deposito sul nostro prezioso “Libretto di Risparmio”. Scrivendo a mano, con la penna. E a fine anno, come portati da Babbo Natale, arrivavano gli interessi: magia!
E dove li metteva, il Cassiere, i nostri soldini? Beh… là, dietro di lui, c’era un’imponente cassaforte, ovviamente… Conforti! E il momento di vederli sparire, confondendosi con tutti gli altri soldini… un po’ di apprensione la generava in noi giovani risparmiatori: “Riuscirà a ritrovare i miei, proprio i miei, se ne avrò bisogno?”
Per me, però… la Banca era qualcosa in più rispetto ai miei coetanei, perché mio padre era Direttore di filiale. Capitava di andare con lui, fuori orario, a ricontare il denaro… già, perché allora di denaro ce n’era parecchio in Banca… e ricordo l’emozione di poterla toccare, quella immensa e granitica cassaforte, e di vederla aprire, sentendo il “soffio”, ammirando lo spessore di quella porta e rimanendo di stucco nel vedere tutte quelle mazzette di banconote. È così che fui assorbito dal fascino delle casseforti, anzi, delle casseforti Conforti… quando ancora non sapevo che molti anni più tardi, per puro caso, avrei incontrato sul mio cammino quell’Azienda che porta il nome di una famiglia veronese e… avrei finito per entrare a farne parte.
La storia dell’azienda inizia nel 1912 quando Silvio Conforti, operatore delle Ferrovie con una passione per la lavorazione artigianale dei metalli, partecipò a un concorso indetto da un mecenate. Lo vinse presentando una cassaforte realizzata e decorata a mano. Tutto a mano… niente taglio laser, plasma o acqua, nulla. E con il primo premio di 450 Lire si armò di buona volontà e partì per Torino, dove andò a formarsi nella fabbrica di casseforti Pistono. Dopodiché tornò a Verona e aprì il suo primo laboratorio in centro storico.
Un aneddoto racconta dell’ingegno di Silvio e anche dell’arte di arrangiarsi. Il laboratorio era stretto tra alti edifici e la luce non arrivava laggiù, era piuttosto buio. Allora Silvio cosa fece? Chiese (e ottenne) al dirimpettaio d’installare sulla parte alta della di lui casa uno… specchio, orientato per inviare la luce del sole al laboratorio! Nei decenni il laboratorio si sviluppò diventando una vera e propria fabbrica, in cui fu coinvolto anche il fratello di Silvio, Celso. La Conforti serviva gioiellieri, banche e istituzioni, ma era anche capace di adattarsi alle circostanze.
Durante la II Guerra Mondiale, sotto il controllo militare tedesco, l’azienda fu costretta a dirottare l’attività sulla produzione di maschere per cabine degli aerei da caccia Messerschmitt, tra l’altro accumulando un credito notevole, mai recuperato. Finita la Guerra, con la rinascita del paese, la società si caratterizzò con una brillante intuizione: iniziò a produrre forni per il pane! Forni di altissima qualità, tanto che oltre 50 anni dopo se ne trovano ancora di perfettamente funzionanti.
Negli anni ’50 e ’60 i figli di Silvio presero le redini dell’Azienda: Franco, orientato alla produzione e controllo di gestione; Leopoldo, alla R&D e sviluppo commerciale. Non solo la fecero crescere e divenire l’industria leader che è tutt’oggi ma intrapresero anche, precursori, la strada dell’elettronica applicata sia agli impianti di sicurezza (Allarme e TVCC) che al controllo delle casseforti, sviluppando soluzioni proprietarie di grande successo. Quell’integrazione tra sicurezza fisica e sicurezza elettronica portò a coniare un nuovo termine divenuto poi di moda nel settore: “Sicurezza Fisitronica®”
Il periodo successivo, gli anni ’70 e ’80, vide il boom dello sviluppo bancario che Conforti cavalcò l’onda fornendo mezzi “forti” d’ogni genere, anche banconi blindati per il front-office bancario e arredamento metallico da ufficio, studiato appositamente per le banche. E nel 1972, grazie a un accordo con l’Inglese “De La Rue”, introdusse in Italia il “DACS”, dispositivo precursore dell’odierno ATM, per il prelievo di contante.
Nel ruolo di opinion leader conquistato sul mercato europeo, Conforti fu promotrice di iniziative istituzionali strategiche. Dapprima stimolò la nascita del Comitato delle Associazioni dei Produttori Europei di Casseforti “Eurosafe®” per poi contribuire alla definizione ed entrata in vigore di un pacchetto di norme UNI EN per certificare, grazie a test oggettivi, il grado di resistenza allo scasso dei mezzi forti e delle serrature che li chiudono.
Gli anni ’90 videro l’ingresso in azienda della terza generazione della famiglia, in parte nell’azionariato e in parte con ruoli esecutivi, pronti per affrontare le sfide del nuovo millennio. In questi anni, la “F.lli Conforti” fu protagonista, tra l’altro, di un’impresa “epica”, la realizzazione di tre porte circolari per la Bank Of China: 12 tonnellate ciascuna, di altissima sicurezza, chiavistelli con espansione radiale, rivestite in acciaio inox, completamente motorizzate! Trasportate via mare, furono installate al nono piano della sede di Shanghai.
Il nostro mestiere, si sa… è un’eterna rincorsa tra “guardie e ladri”. Per ogni invenzione che renda più sicura la cassaforte molti sono i criminali pronti a dare tutto per superarla! E va riconosciuto che anche tra i “ladri” ci sono menti brillanti utilizzate, purtroppo, dalla parte sbagliata. Con l’avvento della GDO arrivarono le casseforti con il versamento dell’incasso dall’interno del supermercato e il prelievo sul lato esterno (furgone blindato), verso il caveau del Trasporto Valori. E cominciarono gli attacchi che per essere rapidi, avvenendo in strada, divennero in breve “esplosivi”: i criminali iniettano un po’ di gas dal buco della serratura e, boom!…s’innescava l’esplosione a distanza.
E allora noi, le “guardie”, mettemmo in atto la contromossa, una cassaforte a tenuta stagna! Problema risolto… almeno per ora. Va detto, per onestà, ci avevamo pensato prima, ma nessun Cliente aveva voluto pagare il maggior costo di questa soluzione… fino a quando, ahimè, è stato inevitabile. Ma torniamo alle banconote, quelle nella cassettina dei risparmi, quelle nella cassaforte: che fine farà il contante? Serviranno ancora le casseforti? Quest’ultima domanda aleggia sul nostro mondo da un quarto di secolo…
Ebbene, che l’uso del contante nei pagamenti in presenza si stia riducendo, a favore degli strumenti elettronici, è un dato di fatto certificato dalle indagini della Banca d’Italia e dalla Banca Centrale Europea. Ma proprio la BCE ci racconta anche che una quota irriducibile di cittadini europei preferisce utilizzare il contante; inoltre, i Paesi che prima si erano maggiormente allontanati dal contante stanno sperimentandone il ritorno.
I motivi della preferenza per il contante sono vari; pesa la “privacy”, termine che può assumere diverse connotazioni, e il timore di non poter utilizzare il proprio denaro a causa di quello che noi, in azienda, chiamiamo ironicamente “Il Grande Patatrac”, ovvero un “down” dei sistemi informativi. Anche per questo, da qualche anno la BCE ha messo in atto una strategia: “Siamo impegnati a preservare il contante e ad assicurare che la moneta della banca centrale rappresenti sempre un’opzione di pagamento” (BCE). Infine, il contante è l’unico strumento di pagamento cui non può essere opposto un diniego.
Forti di questa conferma alle nostre percezioni, siamo convinti che ci sarà sempre denaro (e altri valori) da proteggere. E noi lo proteggeremo!
Integrando la competenza nella sicurezza fisica ed elettronica, il fiore all’occhiello dell’azienda oggi è la cosiddetta “Cassaforte Intelligente”, impiegata soprattutto da GDO e Retail. Dotata di accettatori di banconote certificati BCE e collegata via internet alla Banca e al Trasporto Valori, permette di versare progressivamente gli incassi e ottenerne l’accredito in conto corrente in tempo reale!
In pratica… uno sportello della Banca presso il Cliente. E le banconote? A quel punto sono proprietà della Banca e sono al sicuro in una cassaforte. Andranno poi trasferite, con calma e in sicurezza. Dalla cassettina dei risparmi portata in Banca e la registrazione manoscritta del versamento… alla Cassaforte Intelligente e l’accredito via internet: ecco cos’abbiamo fatto negli ultimi 50 anni. E siamo solo alla terza generazione Conforti…