Liquidazioni giudiziali ai massimi da tre anni

Marco Preti, ad di Cribis: «La situazione di incertezza geopolitica, così come la discesa dei tassi meno rapida del previsto, continua a porre davanti alle imprese uno scenario complesso, in cui si investe in generale con meno entusiasmo. I dati sulle liquidazioni restano in un ambito “fisiologico” e al momento non sono preoccupanti ma la loro crescita è coerente con questo quadro di difficoltà e va monitorata».

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  • Nel periodo aprile-giugno hanno raggiunto quota 2.292 (+ 12,5%) il valore assoluto più alto dal 2021
  • L’analisi di Cribis, società del gruppo Crif, ripresa in un articolo de Il Sole 24 Ore

Per il quarto trimestre consecutivo, crescono in Italia le liquidazioni giudiziali, arrivando nel periodo aprile-giugno a quota 2.292, un aumento del 12,5% rispetto allo stesso periodo del 2023. È così stato toccato – segnala un articolo su Il Sole 24 Ore – il valore assoluto il livello più alto da tre anni.  L’articolo rende conto dell’analisi realizzata da Cribis, società del gruppo Crif, in cui si evidenzia la prosecuzione di un trend sfavorevole avviato nel 2023. Guardando ai macro comparti, l’unica area in miglioramento è quella dei servizi mentre l’industria, con 392 pratiche, è in crescita in linea con la media generale (+12%). Più ampio il progresso per il commercio (a quota 779, +19%) mentre il tasso più alto è per l’edilizia (415 pratiche), dove la crescita è del 27%.

Il trend negativo ha interrotto un lungo andamento discendente scattato a partire dal 2015, una riduzione dai picchi di oltre 15mila pratiche registrate nel 2014 che escludendo l’anomalia del 2020, con il crollo indotto dalla pandemia, è proseguita ininterrotta per anni. 

Quelli attuali – si avverte – sono segnali di difficoltà, non comunque di crisi sistemica, con valori che sono mediamente dimezzati rispetto ai periodi più duri di dieci anni fa, inferiori di quasi il 20% rispetto al corrispondente periodo pre-Covid (2°trimestre 2019). E che tuttavia rappresentano l’ennesimo elemento negativo all’interno di un quadro complessivo non brillante per l’economia. 

La discesa dei listini, effetto di un parziale rientro delle pressioni inflazionistiche, contribuisce – spiega ancora il giornale – a ridurre i ricavi delle aziende, che in termini correnti sono in frenata di oltre due punti nel 2024, mentre le vendite sviluppate sui canali esteri, pur non arretrando (-0,1% tra gennaio e maggio), non forniscono alle aziende una particolare spinta aggiuntiva. Risultato inevitabile, quest’ultimo, tenendo conto delle difficoltà persistenti in Germania, primo mercato di sbocco per le nostre merci, così come della debolezza di numerose piazze extra-Ue. 

«La situazione di incertezza geopolitica, così come la discesa dei tassi meno rapida del previsto – spiega l’ad di Cribis Marco Preti – continua a porre davanti alle imprese uno scenario complesso, in cui si investe in generale con meno entusiasmo. I dati sulle liquidazioni restano in un ambito “fisiologico” e al momento non sono preoccupanti ma la loro crescita è coerente con questo quadro di difficoltà e va monitorata».   Dal punto di vista geografico i dati Cribis evidenziano tassi di crescita superiori in alcune regioni del Sud, in particolare Puglia, Calabria e Sicilia, con aumenti di oltre il 40%. Ma a crescere sono anche le liquidazioni giudiziali di aree manifatturiere come Lombardia (+23%), e Veneto (+32%). In controtendenza, tra le regioni principali, vi sono Lazio, Emilia-Romagna e Campania.