Mercato NPE: continua la contrazione, dice PWC

La rubrica "Credit Management Industry" di Massimo Famularo

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Secondo il report pubblicato periodicamente da PwC, il mercato italiano dei crediti deteriorati (NPE – Non-Performing Exposures) continua a mostrare un trend di contrazione costante, con lo stock lordo di NPE sui bilanci delle banche italiane che ha raggiunto i 52,6 miliardi di euro alla fine del 2023. Questo dato conferma una tendenza al ribasso osservata sin dal picco del 2015, anche se il ritmo di riduzione è rallentato rispetto agli anni precedenti.

La riduzione dello stock di NPE è stata possibile grazie a una serie di operazioni di deleveraging messe in atto dalle banche italiane a partire dal 2017. Tuttavia, nonostante il calo costante, nel 2023 si è osservato un lieve aumento dei nuovi flussi di crediti deteriorati, con 13,4 miliardi di euro di nuove esposizioni deteriorate, in leggero aumento rispetto ai 12 miliardi dell’anno precedente.

Un contributo significativo al processo di riduzione degli NPE è stato fornito dalla Garanzia sulle Cartolarizzazioni delle Sofferenze (GACS), che ha sostenuto 46 operazioni per un valore complessivo di 118 miliardi di euro, fino alla sua scadenza a metà del 2022.

Crescita del mercato secondario

Se da un lato il volume delle transazioni di NPE sul mercato primario è diminuito, stabilizzandosi intorno ai 21 miliardi di euro nel 2023, dall’altro lato il mercato secondario ha registrato una crescita significativa. Nel 2023, il valore delle transazioni sul mercato secondario ha superato gli 8 miliardi di euro, il livello più alto degli ultimi anni. Questo fenomeno indica un crescente interesse da parte degli investitori specializzati nell’acquisto di portafogli di crediti deteriorati, soprattutto di UtP (Unlikely to Pay), una componente sempre più rilevante degli NPE nei bilanci bancari.

Stage 2: Un rischio da monitorare

Un altro elemento cruciale del report è l’analisi dei crediti classificati come Stage 2, ovvero quei crediti che, pur non essendo considerati deteriorati, mostrano segni di deterioramento del rischio di credito. Alla fine del 2023, i prestiti Stage 2 sui bilanci delle banche italiane ammontavano a 212 miliardi di euro, rappresentando il 9,6% del totale dei prestiti, un valore inferiore del 7% rispetto al 2022. Questo segmento, sebbene non sia classificato come NPE, richiede un monitoraggio attento, in quanto potrebbe rappresentare una fonte di rischi futuri per il sistema bancario.

Prospettive future

Il report PwC prevede una crescita continua del mercato secondario degli NPE nei prossimi anni, con un’attenzione particolare alle operazioni su portafogli di crediti UtP. Inoltre, il settore del credito continuerà a essere influenzato da fattori macroeconomici, come i tassi di interesse e l’evoluzione delle condizioni economiche globali, che potrebbero incidere sulla qualità degli attivi bancari.

In conclusione, sebbene il mercato degli NPE in Italia stia mostrando segni di miglioramento, con una riduzione dello stock e una gestione più efficiente, il settore continua a presentare sfide significative, soprattutto in relazione ai crediti Stage 2 e alla necessità di monitorare attentamente i nuovi flussi di crediti deteriorati.

Link di Riferimento

Studio PwC: https://www.pwc.com/it/it/publications/npl/doc/the-italian-NPE-market-luglio24.pdf

Articolo BeBankers: https://www.bebankers.it/crediti-deteriorati-nel-primo-semestre-gli-incassi-calano-del-20-per-cento/