Mps: percentuale doppia di crediti distressed rispetto a Intesa e Unicredit

Sofferenze e incagli pesano per il 4,5% del portafoglio crediti

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Palazzo Salimbeni, sede di MPS

Nonostante il ritorno alla profittabilità nel bilancio di MPS, impegnata nella complicata Opas su Mediobanca, permangono zone d’ombra. A metterle in evidenza è un articolo pubblicato da MF, il quale, peraltro, non evita di segnalare il poderoso balzo in avanti operato negli ultimi anni dall’amministratore delegato Luigi Lovaglio, con un margine d’interesse passato da 1,5 a 2,3 miliardi tra il 2022 e il 2023, risultato che dovrebbe essere stato confermato anche nell’anno appena trascorso.

Tuttavia, la banca toscana presenta ancora una salute fragile. Tra gli istituti di credito concorrenti rimane quella che mostra profili di rischio creditizio mediamente più elevati. In portafoglio – segnala il giornale – permangono 3,6 miliardi di NPE, i crediti deteriorati tra sofferenze e incagli. Questi pesano a livello lordo per il 4,5% del portafoglio crediti e per il 2,4% a livello netto, numeri che risultano doppi rispetto a quelli dei due big Intesa Sanpaolo e UniCredit, e anche più alti rispetto alle banche medie. Tant’è che il costo del rischio si attesta sui 50 basis point, contro i 30 bp della media delle prime cinque banche italiane.

Un dato che peserà ulteriormente con l’applicazione delle rigide regole del calendar provisioning della BCE, che prevede di svalutare ogni anno una percentuale dei valori in bilancio relativi ai crediti distressed. Rispetto ai suoi concorrenti, MPS dovrà quindi effettuare maggiori rettifiche. Anche il cost-income risulta superiore alla media.

Infine, rimane il capitolo delle cause legali pendenti: «Nonostante la fortissima riduzione del possibile petitum, sceso a 1,3 miliardi, quel rischio è tuttora presente. Tra chi ha chiesto danni a MPS – segnala ancora il giornale – c’è uno dei suoi illustri nuovi azionisti: Francesco Gaetano Caltagirone ha promosso nel 2022 una causa per 741 milioni sui suoi investimenti in MPS nel periodo 2006-2011 sotto le vecchie disastrose gestioni».