Le cessioni di crediti deteriorati sono ai minimi storici in Italia: è da prima delle crisi bancarie del decennio scorso che non si registravano così poche dismissioni. Lo dimostrano i dati relativi ai primi mesi di quest’anno riportati nell’ultimo report settoriale di PwC, riferito in un articolo di MF.
«Dopo l’ampio processo di deleveraging intrapreso a partire dal 2017», spiega il documento, «i volumi delle transazioni in crediti deteriorati sono diminuiti, stabilizzandosi intorno ai 21 miliardi nel 2023 e tornando sostanzialmente ai livelli pre-2017. Il primo trimestre del 2024 ha segnato il numero più basso di transazioni relative alla cessione di esposizioni deteriorate degli ultimi anni». Il mutato scenario di mercato spiega anche l’ondata di consolidamento che interessa i grandi servicer.
All’orizzonte non ci sono segnali che lo scenario possa cambiare. La società di consulenza Usa prevede che il volume di crediti deteriorati ceduto dalle banche sul mercato primario rimanga limitato rispetto al passato. In questo contesto si registra una tendenza verso un numero maggiore di transazioni costituite da portafogli segmentati venduti tramite operazioni ad hoc a investitori specializzati, spesso sulla base di relazioni ricorrenti, piuttosto che grandi portafogli misti. D’altra parte il mercato secondario sta guadagnando slancio e ha superato quota otto miliardi nel 2023, il livello più alto degli ultimi anni.
PwC ricorda che ci sono oltre 300 miliardi di esposizioni totali sul mercato, compresi quelli venduti agli investitori, che in gran parte richiedono ancora di essere gestiti: «Considerando che ci sono ancora oltre 300 miliardi di non performing loan nel mercato italiano, il settore del credit management riveste un ruolo sempre più centrale a sostegno del sistema finanziario e dell’economia. Una delle priorità del sistema dovrà essere trovare soluzioni con valore sociale per gestire questo stock residuo, minimizzando l’impatto su famiglie e imprese. Le cartolarizzazioni sociali potrebbero essere uno degli strumenti adatti a tale scopo», spiega Pier Paolo Masenza, financial services strategy & value creation leader di PwC Italia. Non solo. I crediti deteriorati non sono l’unica asset class monitorata dalle banche in questa fase. PwC punta l’indice sugli oltre 200 miliardi di prestiti stage 2 che richiedono un attento monitoraggio. L’Italia si colloca al terzo posto in Europa per ammontare di stage 2 (dopo Francia e Germania) anche se, tra il 2022 e il 2023, lo stock nei libri contabili delle banche è diminuito del 9% e ora rappresenta il 9,6% dei prestiti totali