L’agenzia di rating finanziario Fitch ha confermato il rating del Portogallo ad “A-“, mantenendo l’outlook “stabile”. Tra i suoi punti di forza ci sono l’appartenenza all’Ue e all’Eurozona e la sua disciplina in materia fiscale. Tuttavia, questi fattori sono bilanciati dagli elevati livelli di indebitamento pubblico ed estero e dalle dimensioni relativamente ridotte della sua economia.
Ottime prestazioni delle banche
La qualità degli asset e la capitalizzazione del settore bancario portoghese sono migliorate negli ultimi due anni, e ciò ha rafforzato materialmente la resilienza dei profili di credito delle banche. Fitch ha rivisto al rialzo il punteggio dell’indicatore del settore bancario (BSI) da “bb” a “bbb” nell’ultima revisione del rating. Il settore bancario è meno sensibile rispetto al passato alla fiducia degli investitori esteri e agli shock sulla qualità degli attivi.
Tassi di interesse più elevati e oneri debitori per il settore privato non si sono ancora tradotti in pressioni sulla qualità degli asset per le banche portoghesi. La percentuale di prestiti in sofferenza (NPL) per il settore bancario nel suo complesso era pari al 2,9% alla fine del terzo trimestre del 2023. Il rapporto NPL per le società non finanziarie è sceso al 5,9%, mentre per i prestiti immobiliari il rapporto era dell’1,2%. Il rendimento del capitale proprio delle banche ha raggiunto un forte 14,6% nello stesso periodo, sostenuto da una forte crescita del reddito da interessi netti, che si confronta con una media Ue/SEE del 10%.
I rischi per la stabilità finanziaria derivanti dal settore delle famiglie sono mitigati dalle passate misure macroprudenziali. Inoltre le misure di sostegno del governo nel contesto del programma “Mais Habitação” e i massimali sugli aumenti dei mutui per i mutuatari in difficoltà potrebbero alleviare lo stress del servizio del debito per alcune famiglie.
Un’economia robusta
Il debito pubblico lordo è sceso appena al di sotto del 100% del PIL alla fine del 2023, dal 135% alla fine del 2020, uno dei cali più grandi tra i rating comparabili, ma ancora ben al di sopra dell’attuale mediana “A” del 52% . L’agenzia prevede che il rapporto debito/PIL scenderà al 92% alla fine del 2025 e finirà il 2027 al di sotto dell’85%. Economia robusta: l’economia portoghese è cresciuta del 2,3% nel 2023 e la crescita ha accelerato nel 4Q23 allo 0,8% su base trimestrale, entrambi migliori rispetto alla performance di crescita complessiva dell’Eurozona.
I fattori chiave della ripresa post-pandemia sono stati gli investimenti e le esportazioni. Anche i consumi delle famiglie sono cresciuti, ma solo del 4,5%. Si attende una crescita del PIL dell’1,4% e dell’1,8% rispettivamente nel 2024 e nel 2025. Anche il mercato del lavoro si è dimostrato resistente ai recenti shock avversi, con un tasso di disoccupazione del 6,5% all’inizio del 2024 e un tasso di partecipazione al mercato del lavoro record, pari a quasi il 69%. L’inflazione è scesa al 2,3% nel febbraio 2024.
La situazione politica
Il Portogallo – sottolinea l’agenzia – ha registrato un surplus di bilancio pari all’1,3% del PIL nel 2023 (0,8% in più rispetto alle previsioni di settembre 2023).
Per lo Stato si prevede una continua “sovra-performance fiscale” con surplus di bilancio dello 0,2% del PIL nel 2024 e nel 2025. Lo Stato ha un punteggio di rilevanza ESG pari a “5” sia per la stabilità politica e i diritti, sia per lo Stato di diritto, la qualità istituzionale e normativa e il controllo della corruzione. Il Portogallo ha un alto punteggio WBGI (indicatori di governance della Banca mondiale) all’80° percentile. Tuttavia, ad incidere sulla situazione c’è il fattore dell’incertezza politica derivante dal voto: l’Alleanza Democratica di centro-destra infatti ha vinto le elezioni del 10 marzo con 80 deputati, una quota del 35%, nel nuovo Parlamento, mentre il Partito Socialista (PS) in carica è sceso al 34% (78 deputati) dal 52% del le elezioni del 2022.
Il partito populista di destra Chega ha registrato il maggior incremento nella sua quota di voti con il 22% dei seggi. Le difficili dinamiche tra i potenziali partner della coalizione potrebbero comportare un periodo di incertezza politica con negoziati prolungati e la possibilità di altre elezioni, o un governo di minoranza che faccia affidamento sul sostegno dell’opposizione. Ciò non dovrebbe tradursi in un allentamento fiscale.