Polo doValue – Gardant. Manuela Franchi: “Cambierà il mercato italiano degli NPL e in particolare i servizi di gestione”

Per l'amministratore delegato di doValue oggi c'è un allargamento della tipologia dei crediti trattati. Diminuiscono gli Npl, ma aumentano i volumi degli Stage2, degli Utp e degli Early arrears

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Manuela Franchi, amministratore delegato doValue

L’acquisizione di Gardant da parte di doValue rivoluzionerà il mercato italiano degli Npl e in particolare la fascia dei servizi di gestione. Darà vita ad un player europeo, grazie ad una mega operazione da 230 milioni, a cui seguirà un aumento di capitale da 150. In un’intervista al Corriere della Sera, Manuela Franchi amministratore delegato di doValue dall’aprile 2023, racconta le prospettive aperte da questa importante fusione e come l’operazione cambierà il settore NPL italiano.

“Abbiamo visto l’opportunità di crescere sul mercato italiano con Gardant – spiega Franchi – che ci consente di diversificare le fonti di ricavo e si occupa anche di asset management, settore che volevamo sviluppare. L’iter dell’acquisizione dovrebbe concludersi a settembre. Poi, entro fine anno, vorremmo realizzare l’aumento di capitale da 150 milioni legato all’acquisizione, in modo da essere pienamente operativi, nella nuova dimensione, dal prossimo gennaio. Stiamo già lavorando al piano di integrazione con i colleghi di Gardant”. L’acquisizione ha un valore di 230 milioni per cassa.

L’operazione doValue – Gardant darà vita ad un player capace di confrontarsi con i big dell’Europa del nord, dagli svedesi di Hoist ai britannici di Arrow, fino ad Intrum. La nuova entità supererà i 90 miliardi di euro di Npe. doValue è oggi il primo operatore in Grecia e a Cipro, il quarto in Spagna. Con la ampliata leadership in Italia, confermerà la propria posizione nell’area più ricca d’Europa.

Le azioni

La società doValue, un tempo chiamata Italfondiario, è quotata in borsa e circa il 55% delle sue azioni sono sul mercato. A controllare doValue sono i fondi di investimento Fortress, che possiedono il 28,27% delle azioni, e Bain Capital, con il 13,58%. Inoltre, doValue detiene il 3,57% delle proprie azioni. La società Gardant è nata dalla divisione di Cf+. Nel capitale di Gardant troviamo gli azionisti originali di Tages, alcuni manager, e i fondi di investimento Elliott, tramite Tiber, che possiedono oltre l’80%. Grandi nomi della finanza internazionale. Tra i manager di doValue c’è Alessandro Rivera, attuale presidente della società ed ex direttore generale del Tesoro. L’amministratore delegato di Gardant è Mirko Briozzo e il presidente è Flavio Valeri, un banchiere con una lunga carriera, noto per il suo ruolo in Deutsche Bank in Italia.

Cosa è cambiato nell’ultimo decennio

Il mercato degli NPE – evidenzia il Corriere – è cambiato molto negli ultimi dieci anni. Nel 2013, c’erano 315 miliardi di euro di prestiti deteriorati, di cui quasi il 90% erano nei bilanci delle banche italiane. Nel 2015, il totale dei prestiti non performanti era salito a 397 miliardi di euro, con il 85,89% di questi ancora nei bilanci delle banche italiane, mettendo a rischio il sistema bancario. Le autorità europee e la Banca d’Italia sono intervenute per risolvere la situazione. Le banche hanno iniziato a vendere questi NPL a società specializzate. Grazie a questa operazione di pulizia, le banche italiane sono ora tra le più solide e performanti in Europa.

Al 31 dicembre 2023 gli Npe complessivi sono scesi dai massimi di oltre il 22% a 311 miliardi, ma di questi solo 56 si vedono nei bilanci delle banche, sei volte in meno rispetto a dieci anni fa. “Oggi – aggiunge Franchi – il mercato si alimenta attraverso due canali: il secondario, che è molto attivo e con l’allargamento della tipologia dei crediti trattati. Diminuiscono gli Npl, ma aumentano i volumi degli Stage2, degli Utp (un tempo chiamati Inadempienze probabili) e infine degli Early arrears che rappresentano i mancati pagamenti fino a 90 giorni, quelli che rivelano le prime difficoltà. Per continuare a essere protagonisti servono dunque economie di scala e ingenti investimenti in tecnologia”.