Mattone: investimenti dagli istituzionali per sei miliardi nel 2023. Trend in crescita nell’ultimo trimestre

Nel 2023 il volume maggiore di investimenti nel mattone si è realizzato nel Nord Italia (59%), segue il Centro con il 23% e il Sud con il 5%. Dal punto di vista della provenienza dei capitali, gli investitori esteri (americani, francesi e tedeschi) risultano i più attivi sul mercato

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Nel 2023 gli istituzionali e i “grandi” privati hanno investito nel mattone oltre 6 miliardi di euro, un volume più basso rispetto al 2022. In quell’anno infatti, sul territorio italiano sono stati realizzati investimenti corporate per 11,6 miliardi di euro. Invece nel 2023 circa la metà. Il dato proviene da un recente report dell’ufficio studi Gabetti il quale restituisce una fotografia complessiva del mercato immobiliare in Italia.

Nel quarto trimestre dello scorso anno tuttavia, si è realizzata un’inversione di tendenza rispetto ai primi nove mesi, con un volume investito pari a 2,4 miliardi di euro e una variazione del +17% rispetto allo stesso trimestre del 2022. Nel complesso il 2023 ha confermato le previsioni: gli investimenti capital markets, quelli effettuati da soggetti istituzionali e da grandi soggetti privati, sono stati influenzati dall’instabilità del quadro economico e, soprattutto, dall’aumento dei tassi di interesse che hanno reso insostenibili molte operazioni di asset allocation già pianificate, costringendo i loro promotori a rinviarle nel tempo. Nell’ultimo trimestre dell’anno, tuttavia, gli investitori hanno ripreso fiducia anche grazie a una prima distensione della BCE sulla politica dei tassi.

Nel 2023 il volume maggiore di investimenti si è realizzato nel Nord Italia (59%), segue il Centro con il 23% e il Sud con il 5%. Il restante 13% risulta essere composto da investimenti sparsi sul territorio nazionale. Dal punto di vista della provenienza dei capitali, gli investitori esteri (il 55%) risultano gli operatori più attivi sul mercato. Questi sono stati prevalentemente statunitensi, francesi e tedeschi.

Le principali asset class: logistica, uffici, hospitality e living

Su quali immobili si è scelto di investire? Anzitutto la logistica, la quale ha totalizzato 1,5 miliardi di euro investiti, il 25% del totale, classificandosi quindi come l’asset class preferita da chi investe sugli immobili. Si tratta di investitori soprattutto (80%) del Nord Italia. A seguire il settore degli uffici con 1,2 miliardi di euro (il 20% del totale), spesi in operazioni concentrate anzitutto a Milano e Roma. In una posizione poco inferiore agli uffici, si colloca il settore hospitality con 1,15 miliardi di euro investiti, il 19% del totale (Lombardia, Veneto, Lazio e Toscana). Segue il comparto living (€ 830 milioni) con il 14% del volume che ha riguardato in particolare nuovi sviluppi residenziali, con Milano al centro dell’interesse degli investitori.

Per ultimi troviamo: il settore retail con 630 milioni di euro, che ha pesato l’11% del totale investito, il settore healthcare (440 milioni, il 7% del totale investito) e comparto mixed-use (€140 milioni) ha pesato sul totale investito il 2%, infine l’alternative che include terreni, data center e centraline che è valso il 2% sul totale con 126 milioni di euro.

Il futuro degli investimenti capital markets – fa notare Gabetti – dipenderà molto dai fondamentali economico-finanziari, dall’andamento dei tassi di interesse e anche dalla solidità dei fondamentali delle città italiane. Stando alle previsioni per il 2024, lo scenario per gli investimenti corporate sembrerebbe essere più favorevole rispetto al 2023, con le asset class degli uffici e della logistica che dovrebbero consolidare le loro performance con il living che, secondo le aspettative, attirerà un volume di investimenti record.

Fonte: ufficio stampa Gabetti