“Rafforzare la resilienza delle banche è una delle nostre priorità” ha dichiarato Claudia Buch, presidente del Consiglio di vigilanza della Bce in una sua recente intervista. ”Le banche europee – ha chiarito rispondendo alle domande della newsletter dell’organo di vigilanza – ora sono meglio capitalizzate ma ci sono ancora carenze nella governance interna e nei controlli del rischio che devono essere affrontate. In un panorama dei rischi in rapida evoluzione, è importante che sia i rischi finanziari che quelli non finanziari siano gestiti in modo efficace”.
La presidente ha evidenziato l’inadeguatezza dei modelli di rischio standard per analizzare i nuovi rischi. “Abbiamo esaminato le coperture prudenziali e scoperto che alcune banche non tengono sufficientemente conto dei nuovi rischi nelle loro pratiche di accantonamento. I nostri team di vigilanza continueranno pertanto a concentrarsi sulle pratiche di accantonamento, in particolare in relazione ai portafogli vulnerabili. Abbiamo inoltre intensificato i nostri sforzi per garantire che le banche tengano conto dei rischi legati al clima e stiamo conducendo uno stress test sulla resilienza informatica”.
Come evitare un aumento degli NPL nei prossimi anni?
“Stiamo assistendo ad un aumento delle insolvenze aziendali in molti Paesi” ha proseguito Buch. “Ciò sta già avendo effetti sul settore bancario, ad esempio attraverso un aumento dei prestiti classificati come sottoperformanti. Fino a poco tempo fa le insolvenze erano piuttosto basse e sono addirittura diminuite durante la pandemia, anche grazie al sostegno fiscale ricevuto da molte aziende. Stiamo già osservando che la qualità degli asset sta iniziando a deteriorarsi.
Fino alla fine del 2022, abbiamo avuto 32 trimestri quasi ininterrotti di prestiti in sofferenza (NPL) in calo. Ma da allora questa tendenza si è invertita. Il volume dei crediti deteriorati è aumentato modestamente rispetto allo scorso anno. Sono in aumento anche i prestiti con rendimenti inferiori, in particolare nel settore del credito al consumo. Tuttavia, il costo del rischio riportato da molte banche – in altre parole i loro accantonamenti per perdite su crediti in percentuale del totale dei prestiti – rimane relativamente basso e stabile. Ciò suggerisce che potrebbe esserci un disallineamento tra i rischi emergenti e le valutazioni del rischio effettuate dalle banche”.
Claudia Buch: “Le banche devono monitorare il rischio di credito”
Le banche – suggerisce la presidente – devono quindi essere vigili per quanto riguarda la gestione del rischio di credito. Devono rafforzare la loro capacità di gestire i debitori in difficoltà. E devono monitorare attentamente il rischio di credito, in particolare in relazione ai portafogli immobiliari, alle aziende colpite dalla transizione energetica e alle aziende esposte alle debolezze delle catene di approvvigionamento globali. Considerata l’elevata incertezza che stiamo affrontando, posso solo esortare tutte le banche a essere quanto più prudenti possibile per quanto riguarda i propri investimenti e la pianificazione del capitale.
I profitti delle banche sono aumentati ovunque, grazie anche al significativo aumento dei tassi di interesse. Ciò offre alle loro un’eccellente opportunità per aumentare le proprie riserve contro shock futuri e per investire nei propri sistemi IT. E questo, in ultima analisi, aprirà la strada a una redditività futura sostenibile, rafforzando al tempo stesso la loro resilienza in periodi di stress”.
La guida sui modelli di gestione interna delle banche
Intanto la Bce ha appena pubblicato la versione definitiva della sua guida (rivista e corretta) sui modelli di gestione interna delle banche. Un vademecum per chiarire come la Bce interpreti le regole che le banche devono seguire in materia di modelli di gestione interna, ma anche le attività di accertamento che la vigilanza bancaria europea effettua sul rispetto delle regole stesse.
Nel testo l’istituzione europea spazia tra una serie di importanti tematiche: dal rischio di credito al rischio di mercato, fino alla gestione del rischio sulle controparti. Si affrontano inoltre la questione dell’insolvenza, il rischio di insolvenza nei libri contabili. La guida chiarisce inoltre come le banche debbano includere materiali legati alle questioni climatiche e ambientali nei loro modelli di rischio. Sul rischio di credito la guida aiuta gli istituti di credito a procedere verso una definizione condivisa di insolvenza e verso un trattamento coerente delle operazioni di dismissione in massa di crediti deteriorati (Npl).
La versione definitiva della guida ha visto la luce dopo una consultazione pubblica, conclusa a settembre dello scorso anno, che ha portato a raccogliere 625 diversi commenti e osservazioni. Previa autorizzazione della stessa Bce – si legge in una nota – “le banche possono utilizzare i loro modelli interni per calcolare il livello di ponderazione sul rischio dei loro asset, che riflette il livello di rischio del bilancio e viene utilizzato come base per calcolare i requisiti minimi regolamentari su diverse voci chiave” .