Sovraindebitamento: la procedura ancora non decolla

Nel 2023 presentate soltanto 7.748 domande su circa 7 milioni di persone in difficoltà

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La ciambella di salvataggio offerta per chi è sovraindebitato non è ancora conosciuta e utilizzata da chi ne potrebbe essere interessato. Nel 2023 – segnala un lungo articolo di Italia Oggi – appena 7.748 soggetti hanno presentato domanda per essere ammessi alla speciale procedura prevista dal Codice della Crisi che ha modificato ed assorbito la cosiddetta legge “salvasuicidi” del 2013. Eppure il fenomeno della povertà è lungi dall’essere risolto in Italia e riguarda – indicano le ricerche – ben 7 milioni di persone in difficoltà.

Il sovraindebitamento – spiega il codice – è “lo stato di crisi o di insolvenza del consumatore, del professionista, dell’imprenditore minore, dell’imprenditore agricolo, delle start-up innovative” e “di ogni altro debitore non assoggettabile alla liquidazione giudiziale ovvero a liquidazione coatta amministrativa o ad altre procedure liquidatorie previste dal codice civile o da leggi speciali per il caso di crisi o insolvenza”. Tutti costoro possono presentare un piano di rientro dai debiti che deve essere approvato dal tribunale.

La ristrutturazione dei debiti del consumatore – spiega il giornale – riguarda solo i debiti contratti per scopi personali e non professionali e consente ora la prosecuzione del mutuo con ipoteca sulla abitazione principale del debitore, il concordato minore, cioè un accordo relativo a piccole imprese e aziende agricole (soggetti non fallibili), la liquidazione controllata del patrimonio del sovraindebitato, che permette di recuperare i crediti tramite la vendita di tutto il patrimonio del debitore. La legge contempla anche il caso di un debitore totalmente incapiente, che è riservata alle persone che al momento attuale non hanno a disposizione nulla da offrire ai creditori; la procedura resta aperta per 4 anni durante i quali la sfera economica del soggetto liberato dai debiti viene monitorata. Il perno di queste procedure restano gli Organismi di composizione della crisi da sovraindebitamento (Occ), ai quali i debitori si devono rivolgere per dare avvio alla procedura, che poi normalmente prosegue innanzi al tribunale. Gli Occ sono sparsi su tutto il territorio nazionale e sono in buon numero (408 uffici) che però, appunto, gestiscono poche pratiche. Per giunta le domande si spesso chiudono con la non ammissione a causa di errori nella predisposizione della pratica.

Molto meglio – prosegue l’articolo – fanno in Francia e Germania paesi che gestiscono, ciascuno, circa 100mila procedure l’anno. A spiegare un simile scarto concorre il fatto che altrove la disciplina sul sovraindebitamento è in vigore già da decenni. Inoltre, in particolare per quanto riguarda la Francia, in mancanza di opposizioni la procedura si svolge interamente innanzi alla Commission départementale de surendettement des particuliers, ed è totalmente gratuita. Al fine di aumentare la diffusione e l’utilizzo di tali strumenti nel nostro paese, appare quantomeno necessario che le istituzioni avviino quanto prima campagne di sensibilizzazione. Dal punto di vista dei costi l’articolo segnala il caso virtuoso della Regione Piemonte che offre incentivi per finanziare l’accesso alle procedure di composizione della crisi da sovraindebitamento che, nel caso dell’esdebitazione del debitore incapiente, possono arrivare fino a 2 mila euro.