Le banche dell’Ue nel primo trimestre 2024 hanno erogato più prestiti alle piccole e medie imprese. Di pari passo si è registrato un notevole aumento del 2% degli NPL su base trimestrale, (+7 miliardi di euro), con un rapporto dell’1,86%. Il maggiore incremento è stato segnalato per il segmento delle PMI. A lanciare l’allarme è l’EBA, l’Autorità bancaria europea nel suo ultimo “dashboard dei rischi” trimestrale.
Si teme un deterioramento nel settore CRE
Anche il costo del rischio delle banche Ue è più in alto, a livelli mai visti dal 2020. Nonostante l’aumento dei prestiti in sofferenza nei primi tre mesi dell’anno, fino a marzo le banche europee continuano a beneficiare di ampi margini di interesse che tengono alta la loro redditività e la loro posizione patrimoniale. Tuttavia, i rischi di credito hanno iniziato a materializzarsi. La maggior parte delle banche intervistate prevede un ulteriore deterioramento della qualità degli attivi nel settore CRE (degli immobili commerciali), nei prestiti alle PMI e nel credito al consumo nei prossimi 6-12 mesi.
In questo primo trimestre gli istituti di credito europei hanno ridotto i prestiti in essere alle famiglie e alle controparti non finanziarie, in calo dello 0,2% su base trimestrale, e trainati dai prestiti alle PMI (-0,8%) e dai mutui (-0,3%). Ciò è stato in parte controbilanciato dalla crescita del credito al consumo e dei prestiti legati agli immobili commerciali. Il rischio operativo è crescente per le banche. In particolare – riferisce il report – il rischio di frode è ora il terzo rischio più rilevante. I rischi informatici e la sicurezza dei dati sono in cima alla lista dei rischi operativi. Si sta registrano un aumento degli attacchi informatici, che diventano sempre più sofisticati e a volte riescono a colpire le banche. Inoltre, gli istituti temono le spese che potrebbero derivare dall’introduzione delle valute digitali delle banche centrali.
La redditività resta alta
Nel primo trimestre del 2024, le banche hanno mantenuto una buona redditività con un RoE del 10,6%. I margini di interesse netti sono aumentati all’1,69%. Tuttavia, prevedono che l’allentamento monetario e i tagli dei tassi influiranno negativamente sulla redditività futura. Il rapporto CET1 è stabile al 15,9%, mentre il coefficiente netto di finanziamento stabile (NSFR) è salito al 127,2% e il coefficiente di copertura della liquidità (LCR) è sceso al 161,4%, con un aumento del debito pubblico centrale nelle componenti dell’LCR.