Negli ultimi mesi, un numero crescente di aziende in difficoltà finanziaria – sottolinea il Financial Times – ha chiesto aiuto ai propri finanziatori presso fondi di credito privato, cercando di ritardare i pagamenti dei debiti per conservare liquidità. Una modalità comune è il “payment-in-kind” (PIK), debiti in natura, in cui le aziende aumentano il loro debito invece di pagare in contanti, una soluzione che fornisce sollievo temporaneo ma con tassi di interesse più elevati e debiti accumulati.
In pratica sostituiscono il pagamento delle cedole periodiche con il rimborso più elevato del capitale al termine del prestito. Secondo un rapporto di Moody’s, l’uso di PIK è aumentato nel secondo trimestre, indicando uno stress crescente tra le aziende americane, soprattutto quelle molto indebitate a causa delle acquisizioni a leva da parte di fondi di private equity. Moody’s ha stimato che Nell’ultimo trimestre il 7,4 percento del reddito dichiarato dai fondi di credito privati era sotto forma di PIK.Gli analisti della Bank of America hanno fissato la cifra al 9 percento.
I prestatori di fondi di credito privato stanno vedendo un aumento dei profitti da PIK, anche se questi guadagni sono solo “su carta” e non sempre realizzabili. Il PIK è particolarmente usato dalle aziende che lottano con l’aumento dei costi degli interessi dovuti ai tassi elevati. Ad esempio, aziende come Beauty Industry Group e Avalign Technologies hanno negoziato con i loro creditori per ritardare i pagamenti degli interessi, accettando però un aumento complessivo del costo del debito.
Il PIK può sembrare vantaggioso per i fondi, ma porta anche rischi di liquidità, poiché i fondi devono pagare gli investitori anche se non ricevono pagamenti in contanti dai mutuatari. Nonostante ciò, non sempre l’uso del PIK segnala problemi finanziari; in alcuni casi, è previsto dall’inizio dell’accordo per permettere alle aziende di reinvestire il loro denaro in espansioni. Tuttavia, se il PIK cresce troppo, può diventare insostenibile e condurre al default, come è successo a Khoros, un’azienda software che ha accumulato debiti fino a essere considerata in default dai creditori.