Anche le aziende più blasonate dell’asset management stanno diventando “avvoltoi” al pari delle società di venture capital più speculative. Invesco, tra i big globali delle società di gestione con sede ad Atlanta, negli Stati Uniti è coinvolta – riferisce il Financial Times – in una delle peggiori diatribe Usa per debiti degli ultimi tempi.
Sei anni fa Invesco aveva acquistato una quota di 620 milioni di dollari di prestiti (apparentemente a basso rischio) emessi da Robertshaw, produttore di componenti per riscaldatori e condizionatori. E’ accaduto nel 2018: era alla ricerca di un debito che sarebbe stato ripagato per intero o alla pari, alla scadenza offrendo allo stesso tempo una cedola interessante.
In una denuncia, presentata dal proprietario di private equity di Robertshaw, One Rock insieme ai creditori precedentemente alleati con Invesco, il gestore patrimoniale è stato accusato di aver tentato di “costringere Robertshaw a presentare una dichiarazione di fallimento affrettata secondo il Chapter 11” e di “approfittare della delicata condizione finanziaria di Robertshaw per aumentare i propri guadagni”.
Le controversie diventano più frequenti
Secondo il quotidiano economico-finanziario britannico le faide stanno aumentando: persino i finanziatori più anziani – storicamente in grado di evitare le brutali battaglie intraprese tra società di private equity e detentori di obbligazioni spazzatura – ora vengono trascinati nella mischia per scontrarsi con altri finanziatori. Il terreno dello scontro è spesso la scala delle priorità con cui vengono soddisfatte le richieste dei creditori.
Con le aziende indebitate sotto pressione per gli alti tassi di interesse e i recuperi dei prestiti in calo, i gestori patrimoniali come Invesco stanno ricorrendo a tattiche simili a quelle di Apollo ed Elliott Management. I manager tradizionali sostengono di non avere altra scelta se non quella di agire sulla difensiva. Le società tradizionali si sono trovate in difficoltà per caso e temono di soccombere.
Secondo S&P Global Ratings, la media dei recuperi scontati sui prestiti per il periodo 2022-2023 è stata di soli 61,5 centesimi per dollaro, quasi 12 punti percentuali al di sotto della media a lungo termine alla fine di settembre. Quando i tassi di interesse erano bassi e i finanziamenti erano più facili da ottenere, le aziende e gli sponsor del private equity erano in grado di negoziare accordi di credito più flessibili. Un’epoca che ha anche alimentato una frenesia di prestiti. Le recenti situazioni di crisi sono il risultato di un grave degrado delle tutele offerte agli investitori nei documenti di debito.
La vicenda
Dopo aver lottato nel periodo Covid a causa dell’aumento dei costi operativi, Robertshaw è riuscita durante la scorsa primavera a recuperare 100 milioni di dollari di debito attraverso un nuovo prestito. Quattro aziende – Invesco, Bain Capital, CanyonCapital e Eaton Vance – le hanno fornito il denaro. Ma in cambio, hanno scambiato prestiti esistenti per un valore di oltre 400 milioni di dollari in una posizione di priorità senior – nota come “uptier exchange” – sequestrando il collateral sul credito senior di Robertshaw e lasciando dietro di sé una minoranza di finanziatori esistenti.
GuardianLife Insurance, un prestatore che possedeva i prestiti di Robertshaw attraverso una collateralised loan obligation (obbligazione garantita da un prestito) ha citato in giudizio la società e il gruppo di finanziatori guidato da Invesco al tribunale dello stato di New York, sostenendo che i documenti originari del debito impedivano a Guardian Life di essere relegata a una posizione inferiore nella gerarchia dei creditori. Tuttavia, mentre la causa di Guardian Life procedeva lo scorso anno, le difficoltà operative di Robertshaw hanno costretto la società a cercare più liquidità. Allo stesso tempo, l’alleanza tra Invesco, i tre altri finanziatori e Robertshaw si è disintegrata. Invesco ha acquistato una quota di maggioranza in due tranche di prestiti di Robertshaw. Entro la fine dell’autunno, il gestore del fondo ha iniziato a esercitare il suo potere, cercando di costringere l’azienda a ristrutturare il debito secondo i termini preferiti da Invesco.
A dicembre Robertshaw ha collaborato con Bain, Canyon e Eaton Vance – i tre investitori che solo pochi mesi prima erano stati compagni di squadra di Invesco – per neutralizzare il gestore del fondo principale.
A febbraio, Robertshaw ha dichiarato fallimento in un tribunale federale del Texas con il sostegno di Bain, Canyon e Eaton Vance. Ha immediatamente citato in giudizio sia Guardian Life che Invesco al tribunale fallimentare per convalidare i finanziamenti di maggio 2023 e dicembre 2023 senza violare i termini del contratto di prestito, come hanno affermato Guardian Life e Invesco. La battaglia continua, all’ultimo sangue.