Il bicchiere dell’economia Usa non è più mezzo pieno: ci sono segnali che indicano debolezze, sia nei livelli dell’occupazione che nei bilanci aziendali. Secondo un’analisi di Bryan Whalen e Tammy Karp, rispettivamente CIO Fixed Income e Senior Portfolio Manager della società di gestione patrimoniale californiana TCW si intravedono i segni di un graduale rallentamento: oltre alla recessione, che dovrebbe toccare il picco a breve, il tasso dei Fed funds ha probabilmente raggiunto il suo massimo. In un intervento – riportato dal Sole24Ore – i due esperti, evidenziano che alcuni settori economici resistono, anche grazie all’impatto degli stimoli fiscali forniti in risposta al Covid.
I crediti distressed
I bilanci delle imprese più in difficoltà o poste nelle fasce più basse del mercato high yield – riferiscono Whalen e Karp – in molti casi presentano criticità. Il tasso di insolvenza dei titoli high yield, i cosiddetti titoli spazzatura, nell’ultimo anno ha raggiunto il 4%, mentre il mercato dei leverage loan (i prestiti erogati a imprese già molto indebitate) ha raggiunto il 6 per cento.
Un’altra area di deterioramento è quella dei rapporti di copertura degli interessi (che rappresentano una misura della capacità delle aziende di onorare i pagamenti del debito), scesi da 13 a circa 10 a causa dell’impatto dei tassi più elevati sui costi di finanziamento. Occorre cautela, perché di solito i tassi più bassi implicano un rallentamento dell’economia. In questo momento il tasso dei Fed funds è a un livello pari a più del doppio del tasso neutrale. Il tasso reale dei Fed funds, invece, è al 3 per cento.
I consumatori di fascia alta sembrano invece resistere. La loro forza si può attribuire alla performance positiva dei mercati azionari. In questo caso i bilanci familiari sembrano in buono stato. Nel segmento dei consumatori più basso, invece, si è registrata una forte impennata delle insolvenze sulle carte di credito, sulle morosità nel settore auto e sul mercato dei mutui.